La disinformazione di Avvenire che si fa gioco della disperazione di 150mila lavoratori

Ennesimo attacco del quotidiano l’Avvenire al settore del gioco pubblico. Questa volta il quotidiano della CEI se la prende con il Corriere della Sera per l’annuncio della manifestazione di oggi. Nel pezzo di Avvenire si riporta che, in riferimento alla chiusura delle sale: “forse è l’unica attività la cui chiusura ha giovato alla società italiana. Ma è solo il primo dei molti inganni contenuti nell’avviso, a partire che l’azzardo, per legge, non può farsi pubblicità”. Sempre nel pezzo si sottolinea che: “le azzardomafie si stanno ingrassando anche grazie al gioco lecito come la Commissione Nazionale Antimafia e le numerose inchieste in tutto il territorio italiano stanno dimostrando. 150.000 posti di lavoro? Si allude forse a certi locali in realtà bische”. Il titolo del pezzo a firma Umberto Folena è: “Se la pubblicità all’azzardo in pagina fa disinformazione”. Peccato che la disinformazione sia proprio quella di Avvenire. In primo luogo è vergognoso festeggiare la chiusura delle attività di gioco legale, con le quali vivono 150.000 lavoratori e relative famiglie. Forse per Avvenire queste persone non meritano rispetto e non hanno dignità. Da un quotidiano cattolico, festeggiare la perdita del lavoro e la disperazione in cui sono state gettate tantissime famiglie, è veramente scandaloso.

E la disinformazione prosegue quando si parla della pubblicità del gioco. E’ vietata la pubblicità di prodotto, ma in questo caso si trattava di un annuncio di una manifestazione di lavoratori, il fatto che siano del gioco è secondario. Sarebbe meglio quindi che prima di addentrarsi in certi ragionamenti, chi si occupa di queste cose si informi veramente sulle leggi che regolano il mercato del gioco. Altra disinformazione è che le azzardomafie vivono di gioco lecito. E’ esattamente il contrario. Le azzardomafie vivono dove non c’è il gioco lecito a presidiare il settore e si inseriscono nei vuoti lasciati dalle chiusure di queste attività. Ed in questo senso inviterei Avvenire a controllare le dichiarazione del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Cafiero De Raho e del capo della polizia Franco Gabrielli. Un articolo pieno di disinformazione, fazioso ma soprattutto violento nei confronti dei lavoratori che hanno solo la colpa primordiale di occuparsi di intrattenimento. es/AGIMEG