Avv. Rosa e dott. Cristaldi: “La Commissione Europea ha condiviso le nostre difese. La sentenza su vincite estere entro l’anno”

La Commissione Europea “non solo ha condiviso integralmente le difese dei nostri assistiti, ma lo ha fatto in modo particolarmente netto”. Commentano così l’avvocato Massimiliano Rosa e il dott. Sebastiano Cristaldi, difensori dei due giocatori di poker nella causa contro il fisco italiano per la mancata denuncia di alcune vincite conseguite in tornei giocati all’estero. “Non si può quindi negare un certo ottimismo allorquando la principale Istituzione comunitaria prende una posizione così perentoria. Tuttavia” prosegue Rosa, “è opportuno mantenere la massima cautela, visto che il parere della Commissione non è vincolante per la decisione della CGE, la quale potrebbe anche pronunciarsi diversamente”.
Il legale spiega ad Agimeg che la Corte di Giustizia potrà pronunciarsi con ordinanza (se constaterà che “i suoi precedenti giurisprudenziali sono chiari e conformi), oppure con sentenza. Anche qualora propendesse per questa seconda soluzione, comunque, i tempi non sarebbero lunghi: “è ragionevole ritenere che la sentenza potrà essere emessa entro l’anno corrente”. Rosa, spiega anche che la Commissione era già a conoscenza del diverso regime fiscale che lo Stato italiano riserva alle vincite conseguite all’estero, rispetto a quelle centrate in Italia: alcuni giocatori da noi assistiti, tra cui uno dei protagonisti di questa causa, avevano presentato dei reclami a Bruxelles e la Commissione Europea, in data 13/09/2013, ha comunicato “di aver trasferito le loro denunce, previa riunione, all’ufficio competente per le procedure di infrazione, e di aver avviato le richieste di chiarimenti e informazioni al Governo italiano”. I professionisti censurano quindi il comportamento dello Stato italiano che “non solo calpesta scientemente il diritto comunitario, ma ha addirittura l’ardire di sostenere che lo fa per tutelare la salute e la sicurezza pubblica, affermando indirettamente che solo il “nostro gioco” è sicuro e pulito, mentre quello degli altri Stati membri dell’Unione è fonte di pericoli e di illegalità, in colossale antitesi alla crescita esponenziale dell’offerta pubblica di gioco nell’ultimo ventennio, al devastante livello di infiltrazioni criminali che ammorbano il settore e al mostruoso incremento delle patologie legate al gioco di Stato”; e stigmatizzano, infine, il fatto che i Governi tedesco e inglese non abbiano preso posizione nella causa, sebbene alcune delle vincite contestate siano state conseguite in casinò di Dortmund e di Londra, conclude Rosa, “sarebbe divertente conoscere i commenti dei tedeschi e degli inglesi sulle difese svolte dall’Italia per giustificarsi dinnanzi alla giustizia Europea; temo che gli stereotipi si sprecherebbero”. cz/AGIMEG