Australia, aveva intentato una causa civile per chiedere la restituzione di 20 milioni di dollari persi al casinò, ma il giudice ha respinto la sua domanda. Protagonista della vicenda un miliardario australiano, Harry Kavas, che ha sostenuto che uno dei principali casinò del paese, il Corona di Melbourne, avrebbe incentivato la sua propensione al gioco con una serie di offerte promozionali, come viaggi gratuiti. Kavas – cui era già stato impedito l’accesso al casinò di Sydney – nell’arco di 16 mesi avrebbe piazzato puntate sui tavoli del Corona per circa 1,5 miliardi di dollari, accumulando perdite per 20 milioni. Ma per l’Alta Corte australiana, Kavas non si trova in uno stato patologico, è infatti in grado di assumere decisioni razionali e quindi di limitare la propria propensione al gioco. La condizione di Kavas, insomma, non è grave a tal punto da giustificare un’accisa di sfruttamento da parte del Corona. lp/AGIMEG