“Il Governo dopo oltre un decennio di immobilismo ha finalmente messo mano al riordino del settore. L’articolo 13 del Decreto individua i luoghi dove sarà possibile istituire Punti Vendita Ricarica, i PVR. Si tratta delle tabaccherie, che raccolgono anche il gioco pubblico, e gli esercizi titolari di Tulps 86 e 88. Questo rappresenta un elemento di estrema chiarezza e pone fine a un vuoto normativo che ha consentito negli ultimi tempi un proliferare di PVR, anche in esercizi diversi da quelli del comparto”. E’ quanto ha dichiarato Emilio Zamparelli presidente di STS, in audizione alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato.
“Si tratta quindi di un elemento di chiarezza che porterà a restringere la rete dei PVR rispetto alla rete attuale. Avremo una rete controllata, si potrà così esercitare un migliore presidio del territorio e anche per lo Stato una maggiore facilità di controllo. Aver inserito le tabaccherie come punti dove poter ricaricare e aprire conti gioco è sicuramente una scelta qualificante. Stiamo parlando della rete fisica dello Stato, di concessionari dello Stato, una rete adeguatamente formata. Ci auguriamo che questo ruolo venga riconosciuto anche nel decreto di riordino del gioco fisico”, ha continuato.
“Altra questione è l’albo telematico per la registrazione di coloro che svolgono l’attività di PVR. E’ una scelta condivisibile che dà al consumatore la certezza di poter verificare se sta giocando in un punto autorizzato. La criticità la riscontriamo rispetto al pagamento di 200 euro come tassa di iscrizione per il primo anno e di 150 euro negli anni successivi”, ha sottolineato.
“Tali importi appaiono esagerati ed onoresi se rapportati alla redditività derivante dall’attività di apertura e ricarica del conto gioco. La media di guadagno di un PVR è di 100 euro l’anno. La tassa eroderebbe così il guadagno. Questa richiesta eccessiva porterebbe ad un’attività che sarebbe antieconomica per il punto vendita”, ha aggiunto.
“Incomprensibile poi la scelta di fissare una ricarica nel punto vendita di 100 euro settimanale. Teniamo conto del fatto che il conto gioco è già un elemento tracciato. Il giocatore che apre un conto gioco viene identificato, viene censito anche quando ricarica il conto o fa il prelievo della vincita. Inutile quindi prevedere un importo così basso che limita l’operatività del punto vendita”, ha detto.
“Inoltre, in contraddizione con la ratio della norma che è quella di creare una rete professionale che possa gestire la ricarica, l’apertura e la chiusura del conto. Chiediamo quindi una riduzione a 50 euro per l’iscrizione all’albo, una rimodulazione della stessa prevedendo il pagamento di un tantum solamente alla prima iscrizione e di alzare l’ammontare della ricarica settimanale del conto gioco”, ha concluso. cdn/AGIMEG