“Chi dovrebbe vigilare sul bene-essere dei cittadini dovrebbe applicare le leggi, che esistono, ma che, fino ad oggi, sono state ignorate. Ci riferiamo alla legge regionale n. 9 del 26 aprile 2018, Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta, che invita le amministrazioni comunali a regolamentare gli orari di apertura delle sale slot – orari di apertura che non possono superare le otto ore giornaliere e, comunque, gli esercizi non possono restare aperti oltre le ore 22.00 – e la distanza delle sale slot che deve essere superiore a 500 metri da scuole di ogni ordine e grado, luoghi di culto, centri di formazione, impianti sportivi, ospedali ed altri luoghi cosiddetti “sensibili”, al fine di tutelare i “soggetti maggiormente vulnerabili””. E’ quanto ha detto Antonino Leo, responsabile Associazione Vivere In Crotone. “Purtroppo, nonostante siano trascorsi ben sei mesi dalla sua pubblicazione, ad oggi ancora nulla si è mosso”, ha aggiunto. “Il nostro invito nei confronti di chi ci governa, se davvero ha a cuore il bene-essere dei cittadini e vuole tutelare gli interessi delle categorie più deboli, è quello di intraprendere azioni efficaci di contrasto al dilagare inarrestabile del gioco ed un primo passo può essere certamente la regolamentazione di quanto previsto nella legge regionale n. 9 del 26/4/2018. L’Associazione Vivere In, come già fatto in più occasioni, è disponibile a mettere a disposizione delle Istituzioni cittadine l’esperienza acquisita in questi cinque anni di impegno profuso attraverso il Centro “La vita in gioco” e dalla sua adesione alla rete regionale Mettiamoci in gioco”, ha concluso. cdn/AGIMEG