Arbore (GdF): “C’è ancora molto da fare sulla chiarificazione e l’armonizzazione delle norme. Necessario Testo Unico sul gioco”

“Il mondo del gioco legale ha avuto una progressiva espansione. Dagli anni ’90 l’amministrazione da parte dello Stato ha consentito di erodere i margini dell’illegalità. Basti pensare all’entità della raccolta del gioco: siamo passati dai 17 miliardi del 1999 ai 100 miliardi del periodo pre-pandemia. Già questa cifra dà contezza di come l’Amministrazione pubblica abbia sottratto mercato all’illegalità. Lo sviluppo di tecnologie ha fatto sì che anche il gioco online si sviluppasse di più. Un’accelerazione ulteriore si è avuta nel periodo della pandemia col blocco della raccolta fisica e questo ha determinato un incremento notevole della raccolta di gioco online“. E’ quanto ha detto in audizione il Capo del III Reparto operazioni del Comando generale del Corpo della Guardia di finanza, Giuseppe Arbore, nella Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico al Senato.

“Basti pensare che nel 2020 il gioco online ha superato la rete fisica. La gestione da parte dello Stato del gioco, in un mercato europeo caratterizzato dalla libertà di stabilimento e nell’erogazione di servizi, ha una ragion d’essere ben precisa: un gioco pubblico riservato a soggetti individuati a mezzo di procedure a evidenza pubblica, assistito a questa individuazione dalla necessità di avere licenze di pubblica sicurezza, a cui si aggiunge anche il fatto che nel nostro paese coloro che erogano il gioco sono soggetti obbligati ai fini del sistema prevenzione dell’antiriciclaggio. Ciò fa capire che sia un mondo da tutelare e controllare, poiché gli interessi in gioco sono molteplici. Da un lato c’è l’interesse della criminalità organizzata che vede nel gioco un’opportunità notevole di profitto. Però, ci sono anche gli altri interessi come quello del giocatore. Quindi, un sistema legale sicuramente tutela di più il consumatore sia in tema di payout sia accorgimenti a tutela del gioco minorile. Vi è anche un altro aspetto: le entrate erariali. Tutti interessi che sono minacciati dai rischi di infiltrazione della criminalità nel settore dei giochi. E’ un ambito appetibile perché garantisce profitti notevoli, sia perché consente indirettamente una forma di ulteriore controllo del territorio. Le organizzazioni criminali cercano di gestire direttamente il gioco attraverso costituzione di società all’estero, ponendo la sede in paesi poco collaborativi che hanno un sistema di controllo e di prevenzione del riciclaggio meno rigoroso e sono meno collaborativi in termini. Paesi che di fatto molto spesso garantiscono l’anonimato e l’impossibilità di ricostruire l’intera filiera della catena societaria per individuare i reali proprietari”, ha detto.

“Il settore consente di muovere masse di denaro importanti e all’interno di esso è facile confondere denaro di provenienza illecita. L’esperienza investigativa testimonia anche un’altra cosa: si associa all’interesse economico e il controllo del territorio, ma anche forme tradizionali di espressione della criminalità mafiosa come l’estorsione, la forza intimatrice e l’imposizione di macchine modificate all’interno di esercizi commerciali. Quanto poi alle modalità, accanto al classico delle doppie schede e deviatori di flussi telematici, si sta sviluppando una nuova metodologia: la creazione di veri e propri software in grado di sostituire il software originale con un altro non autorizzato a ridurre l’ammontare del payout. Altre fenomenologie che si stanno diffondendo ci sono i centri di raccolta misti, ovvero centri legali nell’ambito dei quali vengono offerte scommesse attraverso canali illeciti paralleli a quelli legali. Talvolta accade anche all’insaputa del giocatore. Accanto a questo ci sono i cosiddetti Totem che sono apparecchiature molto simili a quelle dove si possono acquistare biglietti dei treni, che grazie a dei deviatori riescono ad accedere a siti internet che consentono di piazzare scommesse online. Dalle nostre indagini emerge che il livello tecnologico della sofisticazione è molto elevato. Questo vuol dire che le organizzazioni criminali si avvalgono di professionisti. Il mercato per le organizzazioni è veramente ampio che tra i professionisti non vi è concorrenza. Un’indagine che dimostra questa tesi è ‘Galassia’ fatta dal nostro Nucleo Operativo di Bari in cui gli indagati, nelle intercettazioni, hanno detto di cercare adepti nelle migliori università. Per dare un dato di sintesi, negli ultimi 3 anni abbiamo accertato quasi tre miliardi di euro di base imponibile sottratti a tassazione con imposta evasa di 220 milioni di euro”, ha aggiunto.

“Il nostro approccio al fenomeno è quello di ricostruire in maniera puntuale tutti i flussi finanziari per disarticolare l’intera organizzazione e parallelamente condurre un’attenta analisi patrimoniale perché il nostro fine ultimo è quello di aggredire patrimonialmente e ristorare l’erario. Il nostro è duplice: ha carattere amministrativo e di polizia giudiziaria. Molto spesso combiniamo i vari approcci quando questa combinazione può essere funzionale al buon esito dell’indagine. E’ chiaro che i nostri controlli di carattere amministrativo sono tesi a verificare il corretto adempimento sul piano fiscale da parte dei vari soggetti in rapporto al gioco, così come verificare il possesso della licenza P.S., verificare l’adeguata pubblicità e verificare il divieto di partecipazione al gioco dei minori. Accanto a questo c’è il controllo in tema di riciclaggio. La GdF ha realizzato un continuo processo di analisi in tutti i settori operativi in modo tale che i nostri interventi siano sempre mirati a target caratterizzati da elevati profili di rischio. L’analisi è effettuata da un reparto speciale che ha sede a Roma. Tutta questa attività di analisi viene poi affidata ai vari reparti tramite i Piani Operativi attraverso i quali sono individuati i fenomeni da aggredire, la georeferenziazione in modo tale che di questi fenomeni in modo tale che ciascun reparto abbia contezza dell’entità del fenomeno nella propria circoscrizione di servizio, percorsi operativi ben determinati in modo tale che le nostre operazioni siano sempre mirati”, ha continuato.

“Nel mondo dei giochi ci sono due piani operativi: uno dedicato al mondo dei giochi, compresi quelli online; l’altro è dedicato alle scommesse, comprese quelle online. Per fare tutto questo è fondamentale l’utilizzo della tecnologia e infatti ci siamo dotati da qualche anno di una piattaforma denominata ‘dorsale informatica’ che consente di far dialogare tutte le banche dati a nostra disposizione. In buona sostanza, gli investigatori attraverso un unico input riescono ad accedere a tutte le informazioni su un determinato soggetto. E’ una piattaforma che ha superato il vaglio della privacy e che è stata realizzata attraverso al nostro partner tecnologico Sogei. Accanto a questa abbiamo creato anche un mirato applicativo per il mondo del gioco, soprattutto sul settore degli apparecchi con vincita in denaro, denominato G.A.R.A. che serve innanzitutto ad evitare di duplicare gli interventi, inoltre riesce a geolocalizzare ciascun apparecchio. Praticamente, una cartografia a livello nazionale. In automatico ci dà un alert se un apparecchio effettua una raccolta sotto la media provinciale. Non solo, per ogni apparecchio ci dà non soltanto l’entità della raccolta di un determinato periodo ma anche la storicità della raccolta di quell’apparecchio. Ci sono poi degli alert in relazione a possibili anomalie sulla frequenza delle giocate e sull’entità delle giocate. Chiaramente è un applicativo che si arricchisce volta per volta con le nostre esperienze. Un’attenzione particolare viene rivolta anche al gioco online al fine di verificare anche i conti di gioco. Questi ultimi stanno diventando una parte importante delle nostre analisi. Ci sono giacenze rilevanti nei conti gioco poiché questi possono essere utilizzati come una sorta di banca parallela. Ecco perché nelle direttive che abbiamo impartito ai nostri reparti a tutti gli ambiti operativi, laddove è necessario ricostruire la situazione patrimoniale di un soggetto o aggredirlo patrimonialmente andiamo sempre a verificare la presenza di un conto gioco riferito al soggetto. L’insieme di informazioni è arricchito da una serie di segnalazioni che pervengono da parte di altri soggetti. Questo arricchisce il continuo studio dei dati in nostro possesso. La GdF partecipa al cosiddetto ‘Uiss’ (Unità investigativa scommesse sportive) che svolge funzioni di monitoraggio, tutela e analisi per tutelare lo sport da eventuali frodi. Partecipiamo anche all’organo operativo, il GISS (Gruppo investigativo scommesse sportive). Accanto agli interventi amministrativi, il nostro impegno è forte sul piano della Polizia giudiziaria e sul piano della prevenzione e il contrasto del crimine organizzato a questo settore. Il fatto che questi gruppi investigativi siano collocati all’interno dei nostri Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria ha un senso ben preciso: garantire la trasversalità dell’azione”, ha aggiunto.

“Una testimonianza concreta tra servizio centrale e territoriale è dato dall’operazione mercato, condotta dal nucleo di Bari in sinergia con lo Scico e ha portato ad un’indagine nei confronti di 39 persone fisiche e 14 imprese, tra cui 10 esercenti attività di sale gioco, per i reati di riciclaggio, reimpiego e trasferimento fraudolento di valori. Le indagini hanno documentato la gestione illecita di sale Vlt nella province di Bari e Barletta-Andria-Trani. I ticket delle vincite non venivano consegnati ai reali vincitori ma a soggetti diversi per consentire il riciclaggio di denaro. Centrale alla nostra strategia è l’aggressione patrimoniale. Ci siamo dotati di un applicativo informatico. Quando siamo di fronte ad un fenomeno criminale che genera profitto dobbiamo aggredire patrimonialmente l’organizzazione. Quindi quando avviamo le indagini parallelamente avviamo anche quelle patrimoniali per individuare il profitto illecito ed arrivare ad una confisca diretta. Cerchiamo poi di porre le basi per l’applicazione della confisca allargata e la misura di prevenzione. Per cogliere la sproporzione abbiamo l’applicativo “Molecola” ed è continuamento arricchito anche con gli esiti della giurisprudenza che con il tempo maturano. Questo applicativo ci consente di arrivare poi al sequestro. Avviamo in contemporanea indagine e accertamento patrimoniale. Le organizzazioni cercano di camuffare il loro patrimonio. Allora accanto a questa interlocuzione dei dati delle banche dati associamo un’indagine, attraverso questa diamo senso a ciò che emerge dalle banche dati e a dare un senso diverso ad una operazione commerciale. Il prodotto è sostenibile sul piano processuale”, ha sottolineato.

“La confisca di un’impresa mafiosa è semplice quando l’impresa è mafiosa, nasce, si sviluppa e si afferma nel mercato con il sostegno e il finanziamento di un’organizzazione mafiosa. Ma molto spesso non è così: l’organizzazione criminale si insinua in un’impresa legale. Questo è stato per noi un alert nel periodo di pandemia. Una società potrebbe essere solamente in maniera episodica assoggettata ai voleri dell’organizzazione criminale. In questo caso non si deve confiscare l’azienda. Cerchiamo quindi di ricorrere ad istituti che ci consentono proprio di bonificare queste imprese esposte. Il settore della gestione del gioco è esposto a fenomeni di riciclaggio. Entra quindi nel sistema di prevenzione anti-riciclaggio. Questo si basa su un comportamento attivo, lo stato coinvolge nella sua azione di prevenzione intermediari finanziari, professionisti, gestori del gioco. Sono soggetti obbligati ad un’adeguata verifica della clientela. Sono obbligati a mettere in pedi un sistema di monitoraggio interno atto ad individuare flussi finanziari sospetti, operazioni sospette, censirle e segnalarle. Questo al fine di responsabilizzare questi soggetti ed eliminare la zona grigia di imprenditori che non si fanno problemi. Tutto il sistema paese deve fare squadra. Il mondo del gioco è stato oggetto di ampi approfondimenti da parte del Gruppo di Azione Finanziaria che cerca di dare indicazioni con raccomandazioni. La terza direttiva anti-riciclaggio ha incluso tra i soggetti obbligati i casinò online, la quarta i prestatori dei servizi di giochi d’azzardo. Fra i soggetti oggi obbligati troviamo: operatori di gioco online, operatori di gioco su rete fisica e i soggetti che gestiscono le case da gioco. La sensibilità sta crescendo. Le segnalazioni vengono inoltrate alle UIF che le processa e le trasferisce alla Finanza e alla DIA. Nel 2017 abbiamo avuto 2.600 segnalazioni, nel 2021 siamo arrivati a 7.659. Questo incremento è attribuibile all’incremento delle segnalazioni riferite al gioco online”, ha aggiunto.

“La UIF periodicamente elabora degli alert dei comportamenti anomali e li trasferisce agli obbligati. Attualmente nei nostri interventi di carattere amministrativo, approfondiamo nei confronti delle imprese che gestiscono il gioco il corretto adempimento a questi obblighi: adeguata verifica della clientela, la corretta conservazione delle informazioni, la corretta segnalazione di operazioni sospette. Gran parte delle violazioni riscontrate dipende dal fatto che molte imprese non si dotano di sistemi automatizzati di rilevazione delle anomalie. Alcune nostre attività nascono proprio da queste segnalazioni. Come l’operazione Dea Bendata condotta dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria che partendo dalle Sos ha scoperto che una piccola organizzazione non di carattere mafioso costituita da dipendenti ed ex dipendenti di una società concessionari erano riusciti ad impadronirsi di quattro biglietti della lotteria istantanea, due da 7 milioni di euro e due da 5 milioni di euro, fra il 2015-19. Abbiamo ricostruito il flusso finanziario, aggredito il patrimonio e sequestrato beni per 27 milioni di euro nei confronti di 12 soggetti. I reati erano truffa aggravata, accesso abusivo ai sistemi informatici, ricettazione e autoriciclaggio. Controllo del territorio fisico e virtuale, ispezioni anti-riciclaggio. Verifichiamo che gli esercenti rispettino gli obblighi e siano in regola con la normativa di pubblica sicurezza, anti riciclaggio, rispetto al divieto di pubblicità del gioco, rispetto al divieto di accesso al gioco da parte dei minori. Esercitiamo gli stessi poteri che abbiamo in materia di Polizia Tributaria. Le risultanze ci servono per ricostruire le basi imponibili sul piano fiscale: l’esercizio abusivo del gioco e la raccolta illegale del gioco determina dei riflessi sul piano reddituale e ai fini IVA”, ha detto.

“L’operazione Cristallo del gruppo di Torino ha consentito di ricostruire un software sviluppato per le AWP installabile con una periferica USB. Questo permetteva di alterare i contatori fiscali. Il sistema riduceva la percentuale del payout, a vantaggio dei proprietari degli apparecchi. Con questa operazione abbiamo denunciato 142 soggetti per reati di frode informatica, interruzione illecita di comunicazioni telematiche. Abbiamo sequestrato 354 videoslot e 882 nulla osta di esercizio e attestato di conformità. Sanzioni amministrative irrogate per 5 milioni di euro. A Pesaro abbiamo scoperto un laboratorio informatico in cui venivano controllate le vincite di slot ubicate nel territorio nazionale. Attraverso password acquisite illecitamente gli ideatori della frode riuscivano ad accedere ai portali delle concessionarie, a conoscere il fine ciclo della macchina e andavano a ritirare la vincita. Il controllo economico sul territorio lo effettuiamo anche attraverso piani interforce. Dal 2011 partecipiamo al Comitato di Alta Vigilanza per la Prevenzione e Repressione del Gioco Illegale. Abbiamo anche piani autonomi e piani azionari a massa. Lo scorso aprile abbiamo impiegato 1800 finanzieri per monitorare 1143 esercizi commerciali, accertando 236 violazioni amministrative e penali, sequestrando 86 apparecchi manomessi o non collegati in alcuni casi installati in esercizi abusivi dediti anche alle scommesse. Nell’ultimo triennio con i piani a massa abbiamo verbalizzato oltre 17mila soggetti, denunciato 1312 soggetti e sequestrato 27 milioni di euro”, ha continuato.

“Il nostro monitoraggio è anche sul web. Il territorio virtuale è assimilabile a quello fisico. Qui opera il nostro nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche. Si analizza il anche il dark web per analizzare siti che propongo illegalmente il gioco attraverso operazioni sotto copertura anche di polizia giudiziaria. Quando ci imbattiamo in siti illegali vengono segnalati ad ADM e verifichiamo che non ci siano reindirizzamenti del sito. Il mercato legale del gioco è in espansione. Questo interesse istituzionale a fatto sì che ci fosse nel tempo uno stratificarsi di norme alla ricerca del giusto equilibrio, di maggior gettito, di una risposta sanzionatoria più efficace. Il reddito di Cittadinanza ha inasprito le sanzioni prevedendo una pena di reclusione da 3 a 6 anni per l’esercizio abusivo del gioco. La legge 20/39 del 2019 ha ampliato il novero dei reati per l’applicazione da responsabilità amministrativa degli enti prefatti da reato. C’è ancora molto da fare sulla chiarificazione e l’armonizzazione delle norme. Auspichiamo ci sia l’emanazione di un testo unico. Noi abbiamo redatto un manuale di due volumi in cui abbiamo messo a sistema tutte le informazioni, la giurisprudenza, le metodologie illecite, così da consentire alla nostra unità operativa di agire subito e in maniera corretta. C’è già un disegno di legge delega presso il ministero di economia e delle finanze. Speriamo abbia un iter rapido. Al fine di migliorare la risposta ai fini anti riciclaggio e arginare i tentativi di infiltrazione del crimine organizzato potrebbe essere introdotto l’obbligo per i concessionari di tracciare i riversamenti derivati dalla raccolta del gioco che sfuggono alla nostra contezza e i compensi che spettano ai soggetti operanti. Cerchiamo nelle scuole di veicolare un messaggio di attenzione al gioco e di tutela del giocatore patologico, di contrasto alla ludopatia. La cultura del gioco legale va diffusa. L’illegalità reca un’ulteriore danno al giocatore patologico”, ha concluso. lp/AGIMEG