“E’ con grande piacere che apro oggi i lavori di questa seconda e ultima giornata degli Stati Generali dell’Agenzia delle Dogane e e dei Monopoli. Evento che ha consentito di approfondire con intelligenza temi di spiccato rilievo nei settori delle dogane e dei giochi grazie ad un proficuo dialogo con tutti i portatori di interessi”. E’ quanto ha dichiarato il Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Roberto Alesse, durante il suo intervento d’apertura dei lavori della seconda giornata degli Stati Generali.
“I lavori odierni saranno interamente dedicati alla trattazione del complesso settore delle accise e delle altre imposte di consumo. Il quale si contraddistingue per la sua dimensione transnazionale, nella misura in cui la relativa regolamentazione intercetta sia gli interessi dell’Unione europea sia quelli dei singoli Stati membri. Per questo motivo, in una logica di bilanciamento, la cornice normativa in materia è definita a livello unionale, mentre la legislazione di dettaglio è deferita alla competenza degli ordinamenti nazionali. Ciononostante, soprattutto in considerazione della varietà degli interessi coinvolti, è compito non banale individuare un punto d’equilibrio tra la tutela della concorrenza di matrice unionale e la salvaguardia degli interessi corredati all’approvvigionamento delle materie prime di cui necessitano i sistemi industriali dei singoli Paesi”.
“In questo, già di per sé delicato contesto, si innestano ulteriori profili che costituiscono fonte di riflessione tra i quali spiccano quelli oggetto della sessione antimeridiana. Mi riferisco, da un lato, al ruolo che l’ADM può rivestire a tutela della legalità del settore, anche attraverso la promozione di un sempre maggiore ricorso alla tecnologia e, dall’altro, al contributo che l’imposizione fiscale può rendere a sostegno della transizione energetica in chiave ecologica. Aspetti questi peraltro valorizzati dalla Legge Delega per la riforma fiscale e sui quali il legislatore, anche con il contributo dell’Agenzia sta concentrando i propri sforzi. Significativo, in tal senso, risulta l’introito che la riscossione delle accise sui prodotti energetici garantisce alle casse nazionali. Per l’anno 2023 si stimano infatti circa 32 miliardi di euro di entrate. E’ proprio la rilevanza delle accise sui prodotti energetici in termini economici, nonché di gettito, che impone al legislatore sia europeo che nazionale di prestare una continua e particolare attenzione alla individuazione degli strumenti con i quali le autorità doganali possano garantire, nella maniera più efficace, la legalità dei traffici nazionali e unionali di tali prodotti”.
“L’elevato livello di evasione che da sempre caratterizza questo settore conferma l’importanza di tenere alta tale attenzione. A riprova, basti pensare che nel periodo di maggiore intensità del fenomeno, ovvero nel 2018, l’entità delle frodi stimata solo a livello nazionale si è attestata sui 2 miliardi di euro. Per questo motivo, sin dai primi anni 2000, il legislatore comunitario ha ritenuto doveroso istituire un sistema di controllo informatico volto a verificare in tempo reale i movimenti in regime di sospensione dei prodotti soggetti ad accisa, al fine di semplificare l’attività di presidio della loro circolazione anche infracomunitaria. Il sistema di controllo telematico dei movimenti dei prodotti sottoposti ad accisa ha trovato la sua massima espressione nel 2020 con l’introduzione del documento amministrativo elettronico, strumento che consente una efficace gestione delle procedure”.
“Il contributo che le tecnologie informatiche e che l’intelligenza artificiale possono prestare al rafforzamento della legalità del comparto appare ancor più determinanti con riferimento ai prodotti energetici di nuova generazione, come i biocarburanti. Questo prodotto è notevolmente meno inquinanti dei combustibili di origine fossile, il che suggerisce in una prospettiva futura un uso sempre più esteso. Occorre ricordare che l’obiettivo prefissato resta per il 2050 quello di raggiungere la cosiddetta “carbon neutrality“, cioè ridurre ed evitare le emissioni ad effetto serra compensando quelle restanti attraverso l’uso dei cosiddetti crediti di carbone. In questa ottica i biocarburanti possono pertanto fornire un importante apporto nel percorso tracciato dall’accordo di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici, volto a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra, a contenere l’aumento della temperatura globale media ben al di sotto della soglia dei 2°, nonché a proseguire gli sforzi per mantenere nel lungo periodo tale incremento non oltre l’1,5°. Si consideri poi che i biocarburanti costituiscono un prodotto energetico, che in una prospettiva di diversificazione, si pone quale efficace alternativa alle altre fonti di energia. I biocarburanti, dunque, oltre a garantire le emissioni di carbonio inferiori rispetto alle fonti fossili paiono pienamente idonei ad assicurare quell’equilibrio tra esigenze produttive e tutela dell’ambiente”.
“In ragione dell’elevato livello di complessità che emerge dal quadro appena delineato, il dialogo costante tra l’Agenzia e le associazioni di categoria appare fondamentale per supportare il processo di emanazione dei più opportuni interventi regolatori. Il raggiungimento degli obiettivi ambientali, oggettivamente ambiziosi, con le modalità più economicamente sostenibili per la filiera distributiva nazionale ed europea necessita infatti di momenti di riflessione e sintesi che consentano di acquisire il punto di vista e le aspettative di tutti gli stakeholder”. ac/AGIMEG