Albano (MEF): “Nuovo assetto ADM ha previsto valorizzazione territoriale e costituzione nuove Direzioni”

“Il percorso di riorganizzazione territoriale dell’Agenzia delle Dogane fonde i suoi principi sulla volontà del legislatore che nel 2012 ha sancito la fusione dell’Agenzia delle Dogane e l’Amministrazione Autonoma dei monopoli. Il nuovo assetto organizzativo previsto per il 2024 è rappresentato da un’unica Direzione Territoriale competente per le Regioni Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta. Il nuovo assetto ha previsto, invece, per la valorizzazione del territorio la costituzione della Direzione territoriale Liguria in separazione dalla Direzione Territoriale Piemonte e Valle d’Aosta con conseguente ripartizione tra le due strutture delle attività di competenza dell’Amministrazione. La pesatura della Direzione territoriale, parametro che incide sulla retribuzione di parte variabile del Direttore, deriva da un processo articolato che tiene conto di diversi fattori. Nel 2024 questi parametri erano riferiti a una Direzione con competenza su tre regioni, mentre oggi hanno riferimento a una struttura autonoma dedicata alla Liguria. Alla Direzione Liguria sarà quindi attribuita la terza fascia retributiva e che la collocazione nella quarta fascia fa riferimento alla graduazione determinata alla riorganizzazione non attuata”.

E’ quanto sottolineato da Lucia Albano, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze in risposta a un’interrogazione rivolta dai deputati Gebhard e Pastorino (Misto) al Ministro dell’economia e delle finanze.

“Il nuovo assetto organizzativo ha visto l’istituzione di Uffici locali ADM costituiti dall’Ufficio delle Dogane di La Spezia e dall’unificazione dell’Ufficio di Imperia con l’Ufficio di Savona. A entrambe le strutture sono state attribuite quota parte delle competenze territoriali dell’Ufficio dei Monopoli per la Liguria. Nell’ambito del processo di riorganizzazione a ciascuna articolazione è attribuita una pesatura risultato di un articolo processo di comparazione tra tutte le strutture omologhe istituite dall’Agenzia sul territorio nazionale. Questa valutazione determina il peso di tutte le strutture costituite da uffici locali ADM e dalle Direzioni Territoriale sulla base di tre driver e otto criteri. I driver sono la competenza specialistica, il problem solving e la finalità”, ha aggiunto.

“Il percorso amministrativo condotto dall’Agenzia è quindi coerente con il nuovo regolamento dell’Amministrazione recentemente approvato dal Ministero dell’Economia sia con il modello di pesatura e graduazione che basa il suo iter su una metodologia quanto più oggettiva possibile. I principi si radicano sulla calibrazione di modelli e algoritmi quantitativi, sui valori economici finanziari disponibili e nell’aumento del presidio antifrode sul territorio. Quindi la Direzione territoriale Liguria e gli Uffici ADM di Savona e La Spezia risultano pesati e graduati rispetto a tutte le articolazioni omologhe italiane, in modo coerente, oggettivo ed equilibrato in relazione ai modelli impiegati in ambito internazionale”.

Ecco il testo integrale dell’interrogazione:

“La portualità ligure rappresenta un pilastro fondamentale per l’economia nazionale: i porti liguri sono i principali punti di entrata e uscita delle merci in Italia, costituendo un complesso polo logistico a servizio non solo della regione ma dell’intero sistema Paese.

Movimentano, infatti, oltre il 50 per cento dei TEU (twenty-foot equivalent unit) di tutti i porti italiani, generando un gettito erariale di circa 4,6 miliardi di euro; nonostante ciò, la recente riorganizzazione nazionale degli uffici dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm) ha portato al declassamento della direzione territoriale regionale dell’Agenzia e degli uffici di Savona e La Spezia.

E, in netto contrasto con la realtà operativa e i volumi di lavoro gestiti, la direzione regionale della Liguria è stata inspiegabilmente collocata nella IV fascia di importanza nel progetto di riorganizzazione periferica dell’Adm, mentre dal 2001 era sempre stata classificata nella I fascia;

l’ufficio di La Spezia, che gestisce un traffico di 1.069.791 TEU (secondo solo a Genova), è stato declassato dalla I alla II fascia, nonostante movimenti di container significativamente superiori rispetto a porti che mantengono uffici di I fascia.

L’ufficio di Savona (con 346.612 TEU movimentati e un gettito di oltre 1,2 miliardi di euro) è stato declassato dalla II alla III fascia, nonostante l’ampliamento delle sue competenze territoriali alla provincia di Imperia; come rimarcato da Spediporto, queste scelte rischiano di compromettere l’efficienza dei controlli doganali, con possibili ripercussioni negative sulla rapidità delle operazioni portuali e, di conseguenza, sulla competitività dei porti liguri.

In un contesto economico già complesso, è imprescindibile garantire che le strutture doganali siano adeguatamente potenziate e dotate di personale qualificato, in grado di rispondere alle esigenze di un sistema portuale di tale rilevanza”, si legge nelle premesse.

I deputati chiedono quindi “se intenda adottare iniziative di competenza volte ad una revisione del declassamento descritto in premessa restituendo alla direzione territoriale ligure dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli nonché agli uffici di Savona e La Spezia il ruolo e le risorse che competono loro, in linea con l’importanza strategica dei porti liguri, ripristinando gli strumenti e i mezzi necessari per garantire il corretto funzionamento delle strutture doganali liguri al fine di tutelare leggi e regole attraverso controlli rapidi ed efficaci, supportare lo sviluppo economico della regione Liguria, mantenendo la competitività dei suoi porti a livello nazionale e internazionale, garantire un gettito erariale significativo che contribuisce in modo sostanziale alle entrate nazionali”. cdn/AGIMEG