Nel periodo aprile-giugno 2023, i ricorsi pervenuti complessivamente presso le Corti di giustizia tributaria (CGT) sono stati 49.823, dei quali 39.636 in primo grado e 10.187 in appello, in diminuzione rispetto a quanto registrato nell’analogo periodo del 2022 (-3,98%, pari a -2.064 controversie). In particolare, si registra una diminuzione delle nuove controversie sia nel primo (-3,44%) che nel secondo grado (-6,02%). Il valore complessivo dei nuovi ricorsi, pari a 6,3 miliardi di euro, aumenta su base annua del 39,51% in primo grado, e del 26,94% in appello.
Nello stesso periodo sono state definite complessivamente 50.030 controversie, delle quali 37.173 in primo grado e 12.857 in appello, con un aumento tendenziale delle decisioni depositate pari al 9,07% (+4.160 controversie) rispetto al corrispondente trimestre del 2022. Si registra, in particolare, un deciso aumento nel primo grado (+18,49%) e un calo nel secondo grado di giudizio (-11,31%).
Presso le CGT di primo grado, nel secondo trimestre 2023 la percentuale di giudizi completamente favorevoli all’Ente impositore è stata pari al 49,58% dei provvedimenti emessi, per un valore complessivo di 1.717,79 milioni di euro (che corrispondono al 53,46% del valore complessivo dei ricorsi definiti nel periodo); la percentuale di giudizi completamente favorevoli al Contribuente si è attestata al 29,95%, per un valore complessivo pari a 604,67 mln di euro (che corrispondono al 18,82% del valore complessivo dei ricorsi definiti nel periodo). La percentuale delle cause concluse con giudizi intermedi è del 9,25%, per un valore complessivo di 277,41 mln di euro.
Nelle CGT di secondo grado, le cause concluse con giudizi completamente favorevoli all’Ente impositore sono il 52,11% dei provvedimenti emessi, per un valore complessivo pari a 960,89 mln di euro (che corrispondono al 46,27% del valore complessivo degli appelli definiti nel periodo); la percentuale di giudizi completamente favorevoli al Contribuente è il 29,93%, per un valore complessivo pari a 631,35 mln di euro (che corrispondono al 30,40% del valore complessivo degli appelli definiti nel periodo). La percentuale delle cause concluse con giudizi intermedi è del 9,08%, per un valore complessivo di 302,16 mln di euro.
Il 51,83% delle controversie definite in entrambi i gradi di giudizio registrano una compensazione delle spese di giudizio; il 30,89% delle stesse sono state poste a carico del contribuente, mentre il restante 17,29% è a carico dell’ufficio.
Le istanze di sospensione accolte nel primo grado di giudizio rappresentano il 27,47% delle istanze complessivamente decise e il loro valore, pari a 560,85 mln di euro, rappresenta il 41,84% del valore complessivo; le istanze di sospensione accolte nel secondo grado rappresentano il 19,59% delle istanze complessivamente decise e il relativo valore è pari a 155,45 mln di euro, che rappresenta il 49,01% del valore complessivo.
Le pendenze, al 30 giugno 2023 si attestano a 275.651 unità, un dato sostanzialmente analogo a quello rilevato al 31 marzo 2023 (-207); rispetto al 30 giugno 2022, le stesse registrano un aumento del 2,77% (+7.421).
Il 15,6% delle controversie trattate in udienza è stato discusso da remoto, evidenziando una flessione rispetto al dato congiunturale del primo trimestre 2023 (17,1%). Il confronto tendenziale con le rilevazioni nello stesso trimestre dell’anno precedente (25,5%) mostra una decisa riduzione delle udienze a distanza, determinata dalla cessazione del periodo emergenziale e dalla conseguente decisione delle parti e dei giudici tributari di preferire lo svolgimento delle udienze presso le sedi delle Corti di giustizia tributaria.
L’89,7% delle sentenze e degli altri provvedimenti definitori depositati nel periodo è stato redatto digitalmente, e il tempo medio di deposito risulta pari a 48,6 giorni, nettamente inferiore rispetto al tempo medio dei provvedimenti depositati in formato cartaceo, pari a 107,3 giorni.
E’ quanto rende noto il Mef nel Rapporto trimestrale sul contenzioso tributario del secondo trimestre 2023.
Il numero dei ricorsi presentati nel trimestre in esame risulta pari a 39.636, registrando una diminuzione del 3,44% (-1.411 ricorsi) rispetto all’analogo trimestre del 2022 e un sensibile aumento del 55,08% (+14.077 ricorsi) rispetto al dato riscontrato nel secondo trimestre del 2021. Il 34,49% dei nuovi ricorsi riguarda atti impositivi emessi dall’AE-Riscossione, seguono con il 33,15% i ricorsi che coinvolgono gli Enti Territoriali e con il 30,00% i ricorsi avviati contro l’Agenzia delle Entrate. Il confronto con il secondo trimestre del 2022 mostra un forte incremento del nuovo contenzioso verso l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (+34,51%), gli Altri Enti (+18,58%), e in modo più moderato verso l’AE-Riscossione (+1,48%), mentre si registra una lieve riduzione del contenzioso verso l’Agenzia delle Entrate (-2,15%) e una più marcata nei confronti degli Enti Territoriali (-17,08%).
Nel trimestre in esame, il nuovo contenzioso di valore inferiore a 50.000 euro, soggetto all’istituto del reclamo/mediazione di cui al citato articolo 17-bis, è in linea con quello registrato nel secondo trimestre del 2022 (-0,75%, pari a -260 ricorsi), ma nettamente superiore a quello del 2021 (+56,61%, pari a +12.371 ricorsi). La distribuzione delle nuove liti per Ente impositore evidenzia, rispetto al 2022, una decisa ripresa del contenzioso con riguardo all’Agenzia Dogane e Monopoli (+54,21%, pari a +148 ricorsi), agli Altri Enti (+19,41%, pari a +797 ricorsi) e all’AE-Riscossione (+18,18%, pari a +1.642 ricorsi), una riduzione relativamente agli Enti Territoriali (-19,51%, pari a -2.550) e all’Agenzia delle Entrate (-3,71%, pari a -297 ricorsi).
Tra gli Enti impositori che registrano la percentuale più alta di esiti completamente favorevoli risulta anche l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con il 54,22%, il cui valore economico (pari a 33,21 mln) costituisce il 58,52% del valore complessivo delle controversie definite in cui è parte lo stesso Ente.
La più alta percentuale di esiti favorevoli al Contribuente si registra nelle cause contro: gli Altri Enti con il 36,39%, il cui valore economico (pari a 9,83 mln) costituisce il 17,40% del valore complessivo delle controversie attivate contro i medesimi Enti; l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli con il 33,33%, il cui valore economico (pari a 10,35 mln) rappresenta il 18,24% del valore complessivo delle controversie attivate contro lo stesso Ente.
Le maggiori percentuali di successo per gli Enti impositori si registrano negli appelli che vedono coinvolta, tra le altre, l’Ag. Dogane e Monopoli con il 67,17%, il cui valore economico è di 39,33 mln di euro, pari al 73,12% del valore complessivo degli appelli attivati contro lo stesso Ente. cdn/AGIMEG