Sono 106 le nuove partite IVA aperte nel mese di gennaio 2014 relative ad attività riguardanti lotterie, scommesse e case da gioco. Questo risultato segna un calo del 26,39% rispetto a gennaio del 2013 mentre registra una crescita del 30,86% rispetto a dicembre 2013.
Lo rende noto il Dipartimento delle Finanze, Osservatorio sulle partite IVA sintetizzando i dati di gennaio 2014.
A livello generale, a gennaio sono state aperte 78.966 nuove partite Iva; in confronto al corrispondente mese dell’anno precedente si registra una flessione del 9%.
La distribuzione per natura giuridica mostra che la quota relativa alle persone fisiche nelle aperture di partita Iva si attesta al 78,4% del totale, le società di capitali sono pari al 15% e le società di persone al 6,1%. Rispetto al gennaio 2013, le società di capitali sono le uniche che registrano un aumento del numero di aperture (+2,5%), mentre le società di persone mostrano una flessione che supera il 20%; le aperture intestate a persone fisiche calano del 9,7%.
Riguardo alla ripartizione territoriale, circa il 46% delle partite iva avviate a gennaio 2014 è localizzato al Nord, il 22,4% al Centro ed il 31,7% al Sud ed Isole. Il confronto con gennaio 2013 mostra che tutte le Regioni hanno accusato un calo di aperture tranne la Provincia di Bolzano: la flessione è di oltre il 10% in Lazio, Sicilia, Campania, Puglia ed Emilia-Romagna.
La classificazione per settore produttivo evidenzia che il commercio continua a registrare il maggior numero di aperture di partite Iva: oltre il 21% del totale, seguito dalle attività professionali (circa il 20%), edilizia e sanità. Rispetto al corrispondente mese dello scorso anno, tutti i settori principali registrano un calo di aperture, con punte di oltre il 10%, mentre l’eccezione è rappresentata dalle “altre attività di servizi” che invece fanno segnare un aumento del 7,2%.
Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione per sesso è sostanzialmente stabile, con i maschi che risultano intestatari del 62,7% delle nuove partite Iva. Il 49,1% delle aperture è attribuito a giovani fino a 35 anni ed il 34,3% alla classe 36-50 anni. Rispetto al gennaio 2013 le prime tre classi di età (fino ai 65 anni) mostrano un calo di aperture intorno al 10%. La diminuzione è molto più contenuta invece nella classe di età sopra i 65 anni (-1,6%).
Le adesioni al regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità in questo mese sono state 26.324, con una sostanziale stabilità rispetto al gennaio precedente (-1%). Il regime limita per cinque anni l’imposta dovuta al 5% degli utili dichiarati, esonerando da Iva e Irap. cz/AGIMEG