Giochi, Commissione UE al lavoro sull’Iva per i giochi e chiede agli Stati di chiarire il proprio regime

La Direzione Generale sulla Fiscalità e unione doganale della Commissione Europea ha pubblicato un documento di lavoro per chiarire quali siano i nuovi obblighi fiscali degli operatori di gioco, e per chiedere agli Stati membri di adottare linee guida chiare sulle attività tassabili. In particolare, i Paesi UE sono chiamati a chiarire quali attività di gioco siano consentite sul loro territorio, i requisiti richiesti per ottenere una licenza, quale sia il regime fiscale applicato e in se le operazioni siano esenti dall’IVA. Nel documento di lavoro si afferma che – qualora i paesi in cui viene effettuata la giocata abbia stabilito dei limiti di payout- l’Iva deve essere corrisposta non sulla raccolta, ma sulla spesa effettiva. Qualora invece non siano previsti limiti di payout, l’Iva deve essere corrisposta sul totale delle somme depositate. Dal calcolo del payout vanno esclusi i bonus e i premi promozionali. Gli operatori che raccolgono gioco in più Stati devono versare l’Iva separatamente. Il documento di lavoro segue l’entrata in vigore della nuova normativa europea sul commercio elettronico, in base alla quale l’Iva deve essere pagata nel paese in cui il servizio viene erogato, e non in quello in cui ha sede l’operatore. lp/AGIMEG