“Come operatori di gioco legale è per noi un dovere organizzare questo tipo di eventi. Abbiamo infatti la necessità di porre in essere ogni azione tesa al contrasto a fenomeni di gioco d’azzardo patologici e all’avanzata della raccolta sui canali illegali”. E’ quanto ha dichiarato Marco Zega, direttore Affari istituzionali & Sviluppo business di Codere Italia, durante il convegno “In nome della legalità. Senza regole non c’è gioco sicuro“.
“In nome della legalità è un evento che nasce nel 2011 e torniamo a Salerno dopo esserci già stati nel 2019. L’obiettivo è quello di parlare dei principali presidi di controllo sul gioco legale e di cercare di vincere il pregiudizio che regna nei confronti del nostro settore. Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio: noi, concessionari dello Stato, lavoriamo secondo quelle che sono le regole scritte nelle convenzioni di concessione e subiamo la concorrenza di chi non le rispetta. Ben venga quindi la partecipazione a questi eventi delle forze dell’ordine, che combattono le esternalità negative del gioco”.
“Siamo tutti d’accordo a voler combattere il gioco d’azzardo patologico, ma vogliamo farlo con strumenti diversi da quelli utilizzati fino ad oggi. Le distanze e i limiti orari non hanno prodotto i risultati prefissati. Negli ultimi cinque anni la spesa dei giocatori è aumentata, ma c’è da fare un forte distinguo: il gioco online è cresciuto di 3,2 miliardi, mentre quello fisico è calato di 1,2 miliardi di euro. Il problema è che la politica ha posto delle restrizioni esclusivamente agli ambienti di gioco nei quali i controlli si fanno. I risultati sono dannosi sotto tutti i punti di vista: in primo luogo per l’Erario dato che, nonostante l’aumento della spesa, lo Stato sta guadagnando 200 milioni di euro in meno; in secondo luogo, se è aumentata la spesa non è stata perseguita la tutela del giocatore, è evidente.
“Vogliamo continuare a lavorare in un contesto di regole sempre più sicure che ci consentano di lavorare al riparo però dalla concorrenza sleale rappresentata da chi queste regole non le rispetta”. ac/AGIMEG