Sono passati 18 mesi da quando il mondo intero si è trovato improvvisamente a fronteggiare un’emergenza tanto rapida quanto drammatica, che ha giocoforza rivoluzionato qualsiasi ambito della vita quotidiana. Tra i segni più marcati che questa pandemia porta con sé c’è sicuramente il valore del tempo inteso come riconquista della dimensione personale e individuale oltre il proprio ruolo o la posizione lavorativa.
Dal punto di vista delle aziende, la qualità della vita dei dipendenti diventa addirittura una leva competitiva e un parametro fondamentale per rivedere la produttività sulla base della soddisfazione e della serenità delle proprie risorse. Su questa virtuosa scia si muove il progetto che da oggi viene ufficialmente formalizzato negli uffici di SKS365 Group: Work.Live.Play.
Si tratta di un nuovo modello di lavoro flessibile che l’azienda ha messo a punto per i suoi dipendenti e che sintetizza il lavoro da remoto con la presenza in ufficio non soltanto con il regime ibrido, che sta diventando un compromesso generale negli accordi tra imprese e lavoratori, ma con un ulteriore passaggio che riguarda le esigenze persona per persona, area per area. Uno dei punti chiave di Work.Live.Play. sta nella personalizzazione della routine lavorativa sulla base di un equilibrio fra esigenze e bisogni di ogni singolo dipendente e la funzione e il ruolo che ricopre all’interno dell’organizzazione. Work.Live.Play. non consiste in una mera calendarizzazione di turni e della routine lavorativa, ma è un modello dinamico che si evolve nel tempo, grazie ad una raccolta costante di feedback da parte dei dipendenti.
“Le modalità di lavoro in SKS365 sono tre – dice Brian Dean, Chief People Officer del Gruppo – 100% da remoto, 100% in ufficio, o secondo un’alternanza concordata tra presenza in ufficio e lavoro da remoto. È un metodo di differenziazione all’interno dell’azienda: un modo di lavorare più flessibile, coinvolgente e dinamico; in più mette a fuoco le esigenze di ogni singolo dipendente, tiene conto del benessere e della sicurezza, consentendo alle persone di creare un modo più personale di lavorare pur rimanendo nei propri ruoli. Inoltre – continua Dean – ci consente la pianificazione e la riorganizzazione degli spazi negli uffici e dei requisiti tecnologici aggiuntivi per una migliore esperienza lavorativa.”
Nessuna modifica al monte ore settimanale, nessun ritocco degli stipendi, delle ore di permessi e ferie o, tantomeno, delle indennità. “Nessun ostacolo – precisa Dean – anche per la carriera delle persone, nessuno sarà penalizzato o fatto sentire da parte se deciderà di rimanere fuori dall’ufficio. Il nostro obiettivo è proprio quello di incoraggiare la gente a sentirsi svincolata da legami obsoleti e dinamiche anacronistiche che non aggiungono nulla alla produttività o alla performance individuale. Nei nostri colloqui interni con i manager e il team HR abbiamo dato via libera persino a lavorare dall’estero o a passare l’intera estate in famiglia anche per chi ha deciso la modalità 100% ufficio. Insomma, non è la presenza né la partecipazione fisica che ci interessa alimentare, ma quella morale, la motivazione e lo stimolo di chi fa il proprio lavoro ogni giorno: questo è ciò a cui puntiamo da sempre. Siamo profondamente convinti che un approccio vincente sia basato sulla comunicazione con i dipendenti alla ricerca del giusto equilibrio tra lavoro, benessere psicofisico e tempo libero. La soddisfazione e il benessere delle risorse è la leva produttiva più potente, specie in questi tempi di incertezza.”
“Tra i pilastri fondamentali di SKS365 figurano l’attenzione verso i clienti e una cultura del lavoro orientata ai risultati, che per svilupparsi richiede degli obiettivi chiari, una comunicazione attiva e costante e un livello alto di autodisciplina e proattività da parte di tutto il personale – afferma Alexander Martin, CEO di SKS365 – Spinti dalla pandemia, abbiamo dato vita ad un modello di lavoro flessibile di successo che ha aumentato la produttività dei dipendenti e ci ha consentito di ottenere risultati migliori. Il futuro è senza dubbio un modello ibrido che tenga conto del ruolo e della funzione ricoperti in azienda, senza dimenticare la dimensione ‘umana’. Sebbene molte attività possano essere svolte in modo efficace da remoto grazie ai nuovi strumenti di comunicazione, i meeting in presenza contribuiscono ad accrescere il senso di appartenenza e a diffondere tra i colleghi gli aspetti dell’esperienza lavorativa connessi al wellbeing (Live) e all’engagement (Play).”
Il Gruppo conta attualmente circa 500 dipendenti, impiegati nelle quattro sedi: Serbia, Malta, Austria e Italia. 20 nazionalità convivono sotto l’unico tetto di una realtà che, si legge nel company culture book lanciato nel 2019, fa dell’inclusione e della valorizzazione delle differenze i principi fondamentali della propria corporate identity. lp/AGIMEG