Webinar I-Com, Frosini (Vice President Public Affairs IGT): “Settore del gioco dimenticato già prima della pandemia e continua ad essere discriminato. Se non si prendono provvedimenti sarà la fine per l’occupazione, le entrate erariali e l’offerta legale”

“Quello del gioco è un settore particolare rispetto a tanti altri. Eravamo stati dimenticati già molto prima della pandemia. Con la situazione che si è venuta a creare con l’emergenza sanitaria si sta cercando di evitare di riconoscere al comparto una pari dignità industriale. Sono perplesso non tanto rispetto al calendario delle riaperture, di cui si sta parlando ultimamente, quanto del fatto che la pandemia possa essere un’occasione di cui approfittarsi per evitare che questo settore possa riaprire”. E’ quanto ha dichiarato Giuliano Frosini, Vice President Public Affairs IGT, durante il webinar dal titolo “Oltre le chiusure.
“Questo è un problema economico importante. Siamo rispettosi delle regole poste in essere e cercheremo di andare avanti anche in questa situazione (il settore è chiuso da fine ottobre, dopo aver sostenuto il primo lockdown di primavera ndr) ma segnaliamo che il comparto più che essere stato dimenticato è oggetto di discriminazione. La domanda è: cosa vogliamo fare di questo settore? Lo abbiamo voluto regolamentare, dà occupazione a 120 mila persone e svolge un servizio sociale. Se questo ci sta ancora bene, non importa essere dimenticati con la pandemia, vedremo quando torneremo a lavorare, se a giugno o luglio, speriamo il prima possibile, ma il punto vero della questione è se la politica voglia farci andare avanti oppure no. Le istituzioni hanno deciso di darci il potere di svolgere un determinato servizio attraverso le concessioni e allora dobbiamo rimettere le aziende in un percorso di dignità industriale, altrimenti la situazione si fa complicata. Se non si prendono provvedimenti a riguardo – avverte Frosini – queste aziende chiuderanno per sempre, il che significa non solo la fine dei posti lavoro, ma la fine del gettito erariale corrispondente, che è molto rilevante nella composizione del bilancio dello Stato, oltre a significare anche la fine del presidio della legalità di un settore che è nato dalla lotta all’illegalità. Togliere l’offerta legale lascia spazi alla criminalità e all’esplosione dell’offerta del gioco illegale”. cr/AGIMEG