VLT, utilizzare una tessera sanitaria altrui non è reato di sostituzione di persona. Archiviato procedimento penale dal Gip di Avellino

Lo Studio Legale Di Meo di Avellino ha seguito una singolare vicenda che ha coinvolto il titolare di una sala slot e VLT ed un suo dipendente, ed insieme a loro un cliente.

A seguito di un accertamento dei funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è stato avviato un procedimento penale nei confronti del cliente per sostituzione di persona per aver utilizzato una tessera sanitaria altrui, in concorso con il dipendente dell’esercizio e con il titolare dello stesso poiché nei cassetti dell’attività sono state trovate altre cinque tessere sanitarie dimenticate da clienti distratti.

La difesa dell’avvocato Di Meo ha evidenziato che la tessera sanitaria non è un documento di riconoscimento e che per l’utilizzo delle VLT, ossia le videolottery, la tessera sanitaria ha, né più né meno, la stessa funzione che ha per l’acquisto dei tabacchi nei distributori automatici.

Il distributore, infatti, esattamente come la VLT, richiede l’inserimento della tessera sanitaria al solo scopo di verificare meccanicamente la maggiore età del cliente o utente, che in caso contrario non può acquistare le sigarette, così come non può utilizzare la VLT.

La macchina, tuttavia, non acquisisce, non conserva e non tratta dati personali, e, conseguentemente, ove la persona che materialmente utilizza la tessera sanitaria fosse per avventura una persona diversa dal titolare della stessa, quest’ultima non subisce alcun tipo di danno, non soffre di alcuna lesione dei suoi diritti od interessi, e nessuna fattispecie di reato od illecito amministrativo può configurarsi.

Al termine delle indagini, da ultimo, la stessa Procura della Repubblica di Avellino ha tuttavia avanzato richiesta di archiviazione, evidenziando, appunto, che le tessere sanitarie erano state semplicemente smarrite, e che comunque la tessera sanitaria non è un documento di riconoscimento.

A sua volta, il GIP presso il Tribunale di Avellino ha accolto la richiesta di archiviazione, sulla base del rilievo che le circostanze non consentono di ritenere che vi sia stata induzione in errore, così come richiesto dall’art. 494 c.p., e che, per altro verso, non vi è prova che le tessere sanitarie ritrovate siano state utilizzate da soggetti diversi dai titolari.

L’avvocato Ferdinando Di Meo ha commentato così la vicenda ad Agimeg: “I funzionari a seguito di un controllo in cui non avevano riscontrato alcuna irregolarità, hanno trovato queste tessere e hanno fatto partire un procedimento penale nei confronti di un cliente che aveva utilizzato la tessera sanitaria di un’altra persona e nei confronti del dipendente e del titolare dell’esercizio. La circostanza – come è stato poi evidenziato – non è configurabile con una violazione dell’articolo 494 del codice penale, ovvero la sostituzione di persona, perché la tessera sanitaria non è un documento di riconoscimento. Si tratta di un filone d’indagine che ha già dei precedenti, ma al momento sia la Procura che il Gip non stanno accogliendo in modo favorevole. ac/AGIMEG