“Con il torneo le scommesse virtuali si avvicinano di più a quelle reali”; il fatto che il singolo match si inserisca in una competizione più ampia “riduce la sensazione di trovarsi di fronte a un evento simulato”. Maurizio Ughi, amministratore Unico di Obiettivo 2016, già da tempo chiedeva il lancio di questa nuova formula di gioco – “è una tipologia di offerta che fidelizza il cliente” – che potrebbe arrivare nelle sale scommesse a breve. Il decreto che ridisegna le virtuali è stato infatti inviato a Bruxelles la settimana scorsa e resterà in stand still fino al 1° luglio. Ma c’è anche un’altra novità che incuriosisce particolarmente Ughi: le scommesse a totalizzatore. In realtà nel decreto c’è solo un rinvio: i Monopoli potranno disciplinare questa formula di gioco – una sorta di totocalcio su eventi virtuali – con un provvedimento successivo. “Spero che il decreto arrivi a breve e che preveda una liquidità condivisa tra più concessionari” commenta Ughi a Agimeg pensando a una liquidità condivisa tra i vari operatori. Ma poi avverte: “E’ importante però non commettere l’errore – che è stato già fatto in passato, ad esempio con la Tris per l’ippica – di inflazionare il prodotto: questo tipo di scommesse non dovranno essere giocate più di due o tre volte a settimana. Il gioco deve avere un effetto di richiamo, che si rischia al contrario di perdere se l’offerta è eccessiva”. Ughi invece non crede in uno sviluppo ulteriore delle virtual – al momento solo ipotetico, nel decreto non si fa alcun riferimento a un simile prodotto – che combini anche fantasy sports e magari betting exchange: in questo modo un utente potrebbero formare il proprio dream team e farlo gareggiare con quello di un altro giocatore. “In Italia per ora il betting exchange in agenzia non ha una gran presa, poi su degli eventi virtuali, è ancora più difficile” commenta Ughi. “Un conto è se il giocatore deve mettere a frutto delle competenze che ha maturato su uno sport, un altro è se deve puntare su eventi generati da un computer”. Nel decreto non ci sono infine cambiamenti sostanziali sull’iter di certificazione delle piattaforme, una semplificazione sarebbe stata utile a evitare l’effetto deja vu: il numero delle azioni di cui si compone un match, per quanto ampio, è comunque limitato, e questo può dare l’impressione a chi gioca frequentemente – una volta viste le prime battute dell’incontro – di sapere già come andrà a finire. I gestori delle piattaforme tuttavia, per introdurre nuove azioni di gioco, devono provvedere a una nuova certificazione. “Non è un problema di regolarità della scommessa” puntualizza Ughi, riferendosi al fatto che comunque le scommesse vengono chiuse prima dell’inizio di un match. “La questione che non riguarda solo i Monopoli ma anche il provider che fornisce la piattaforma di gioco, ma comunque c’è una lungaggine nell’approvare tutte le modifiche che può richiedere anche alcuni mesi”. Per Ughi comunque il problema è più ampio, e riguarda l’iter formale di accettazione di tutte le scommesse, anche quelle su eventi reali: “Spero che con il nuovo bando, ci sia uno snellimento di tutte queste procedure, e venga eliminata l’autorizzazione preventiva all’emissione del tagliando”. In pratica, adesso, prima di emettere il tagliando, l’operatore invia telematicamente la giocata alla Sogei che la autorizza. Lo scambio di informazioni tra i sistemi avviane in tempo reale, ma “Se si interrompe il collegamento per un qualunque motivo, l’agenzia è costretta a interrompere l’attività. Invece, si avrebbero gli stessi standard di sicurezza se si passasse a un sistema più semplice, come un controllo sulle vendite effettuate dai punti”. gr/AGIMEG