Cura-Italia, Confsal-UNSA: Smart-working in uffici pubblici, prevale nostra linea. Sindacato pubblica una sintesi del decreto

“Dopo tante lotte di questi giorni per la salute dei colleghi, troviamo in questo Decreto alcune delle norme che l’UNSA ha ostinatamente richiesto, anche con largo anticipo rispetto all’escalation della crisi sanitaria, perché ne avevamo colto la portata e gli sviluppi”. Così il Sindacato Confsal-UNSA accoglie la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Cura-Italia. La Sigla ha inoltre pubblicato una sintesi delle norme – curata dal Centro Studi R.Plaja-G. Conti, e pubblicata sul proprio sito – che intervengono sul lavoro pubblico. “È passata la linea che avevamo chiesto: uffici svuotati e attività in ufficio con presenze minime solo per le attività indifferibili, lavoro agile come modalità ordinaria di prestazione lavorativa (già previsto dal Dpcm dell’11 marzo, ma quante amministrazioni hanno tardato); in materia di assenza dal servizio, è stato previsto l’utilizzo delle ferie pregresse del 2019 (non 2020 e non i permessi personali) che andavano consumate entro il 31 dicembre scorso o al massimo entro il 30 aprile subordinatamente alle esigenze dell’amministrazione; è stata prevista come richiesto dall’UNSA, ove non possibili le soluzioni precedenti, l’esenzione dal servizio e il periodo viene considerato servizio prestato a tutti gli effetti. Norme chiare, imperative, che consentiranno di superare – ci auguriamo – quelle residuali criticità in qualche amministrazione riguardo l’uso massivo del lavoro agile”. Infine la Sigla offre il proprio sostegno legale ai pubblici dipendenti che segnaleranno “i datori di lavoro che continuano a tenere indebitamente i lavoratori in ufficio” rischiando di esporli al contagio e di farli diventare a loro volta portatori del virus. lp/AGIMEG