Il Tar Lombardia sospende le fasce orarie adottate dal comune di Roè Volciano, in provincia di Brescia, spiegando che i provvedimenti “risultano carenti di motivazione”. E accorda la sospensiva anche se “la limitazione oraria risulta abbastanza contenuta”: l’istruttoria svolta dal Comune infatti “non ha evidenziato una situazione emergenziale tale da giustificare la prevalenza dell’interesse pubblico su quello dei ricorrenti”.
Ma il Collegio ricorda prima di tutto il parere emesso dal Consiglio di Stato alcuni pesi fa, in cui si spiega che “i motivi di interesse generale che consentono le limitazioni di orario (…) non possono consistere in un’apodittica e indimostrata enunciazione, ma debbono concretarsi in ragioni specifiche, da esplicitare e documentare in modo puntuale. Sicché la motivazione del provvedimento impugnato si presenta carente risultando indimostrata la correlazione tra l’utilizzo degli apparecchi da gioco e gli affermati rischi per la sicurezza e la quiete pubbliche, né d’altra parte, si chiarisce perché e come la limitazione del funzionamento di detti apparecchi per una o due ore possa ovviare alle problematiche alle quali si accenna nell’atto gravato”. Il Comune infatti si era limitato a ricordare di aver sottoscritto il “Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco di azzardo”, impegnandosi a “utilizzare tutti gli strumenti disponibili per esercitare tutte le attività possibili di contrasto al gioco d’azzardo”. IL Tar però replica che – per adottare un simile provvedimento – sono “necessari specifici riferimenti alla particolare situazione locale e la puntuale individuazione delle ragioni che hanno determinato l’intervento regolatore (…) e della considerazione delle evidenze scientifiche relative all’utilità dell’intervento, che, invece, risultano mancanti nel caso di specie, al pari di ogni valutazione circa l’efficacia sinergica dell’adozione di misure simili in tutti i Comuni del circondario bresciano aderenti al Manifesto citato”. Il Tar parla quindi di “insufficienza dell’istruttoria e carenza di motivazione”: non c’è infatti “un adeguato e sufficiente riferimento, a dati evidenzianti situazioni di particolare problematicità per il Comune di Roè Volciano (la spesa di 300 euro procapite appare piuttosto contenuta rispetto ad altre situazioni rilevate nella stessa provincia e comunque il trend di aumento non è comprovato, attesa la mancata dimostrazione della confrontabilità dei dati utilizzati)”; e mancano anche “indicazioni scientifiche relative all’utilità delle scelte operate nello specifico per la lotta alla ludopatia”. rg/AGIMEG