Sta scatenando grandi polemiche quello che sta succedendo sulle spiagge italiane. Come anticipato da Agimeg, sono infatti scattate le multe ai gestori delle spiagge per aver messo a disposizione dei clienti dei calciobalilla, più conosciuti come biliardini.
La situazione ha trovato larga eco su diversi mezzi d’informazione. Su TgCom24 viene sottolineato come il Decreto del direttore dell’Agenzia Dogane e Monopoli del 1/06/2021 parli chiaro e stabilisca che dal primo giugno 2022 gli apparecchi che non erogano vincite in denaro o tagliandi possono essere installati solo se dotati di un “nulla osta di messa in esercizio“.
Tra gli apparecchi nel mirino rientrano biliardi, ping pong, flipper e appunto i calciobalilla. Stessa sorte per gli apparecchi già installati presso gli esercenti. La loro scadenza era anticipata al 30 aprile, giorno entro il quale avrebbero dovuto fare la richiesta del titolo autorizzativo all’Agenzia delle Dogane. Lo stesso iter che si fa, ma un po’ più semplice riporta TgCom24, per i videopoker.
Ecco dunque che uno dei giochi di “società” ormai entrati nel costume degli italiani rischia di sparire. Il calciobalilla in spiaggia potrebbe costare caro ai gestori dei lidi. Ne sa qualcosa quello di uno stabilimento balneare di Margherita di Savoia che si è visto comminare la sanzione da 4mila euro e ha preferito togliere il gioco.
Potrebbero esserci comunque a breve delle novità. Nei giorni scorsi sono state presentate un’interpellanza all’Agenzia delle Entrate e una Interrogazione Parlamentare per fare un po’ di chiarezza soprattutto sui calciobalilla ad uso gratuito, in particolare nelle spiagge e sui giochi messi a disposizione degli utenti in circoli privati o comunque in aree non aperte al pubblico.
L’allarme era stato lanciato su Agimeg anche da Donatella Pendezza, amministratore unico della Fas Pendezza, una delle più importante aziende italiane produttrici proprio di calciobalilla, tavoli da ping pong e biliardi. “L’unica soluzione è prevedere una normativa che escluda il puro gioco di intrattenimento dalle categorie a cui si richiede poi omologa e nulla osta – ha dicchiarato Donatella Pendezza – Siamo molto preoccupati perché molti nostri clienti ci hanno preannunciato che se questa normativa assurda non cambierà, annulleranno gli ordini. Noi pensiamo che le leggi debbano migliorare e far crescere il lavoro e le aziende, non certo affossarle”. sb/AGIMEG