La legge del Piemonte per contrastare il disturbo da gioco d’azzardo è tra le più restrittive in Italia. “Abbiamo aperto una sala nel 2013, lo scorso anno siamo stati costretti a chiudere a causa della retroattività”, ha denunciato ai microfoni del Tg Regionale un esercente di Torino. Secondo i dati della CGIA di Mestre le perdite hanno coinvolto il 70% degli esercizi, tra i 1.300 e i 1.700 posti di lavoro persi. Ancora, se nel biennio 2016/2018 è calata di oltre 700 milioni la spesa per slot e apparecchi da gioco, è aumentata quella per il bingo, scommesse sportive virtuali, lotto, lotterie, gratta e vinci con un aumento esponenziale del gioco online (+694 milioni). Continua, inoltre, lo scontro politico in Piemonte sul principio della retroattività. “Il gioco fisico diminuisce perché viene vietato, ma cresce il gioco online e il gioco illegale. Abbiamo aperto delle attività in base a dei rapporti concessori, poi con un segno di matita è stato cancellato tutto. Chiediamo di rimuovere la retroattività, in attesa delle decisioni di Roma sul gioco. La riduzione dell’offerta va fatta con la qualificazione dei punti, già ad oggi sulle Vlt ci sono le tessere sanitarie e il sistema Smart “, ha detto Massimiliano Pucci, presidente di Astro. In Consiglio Regionale sono in corso le audizioni di tutte le parte coinvolte.
cdn/AGIMEG