Bertfair continua a dare battaglia sulla tassa salva Sport (il prelievo straordinario dello 0,5% sulla raccolta delle scommesse introdotto con il decreto Rilancio) e intenta un ricorso per ottemperanza chiedendo di dare esecuzione alla sentenza del Tar Lazio di aprile scorso e di sospendere intanto il pagamento delle nuove rate.
Il betting exchange è una forma di scommessa particolare, visto che gli utenti si scambiano le puntate tra di loro. L’operatore si limita a mettere a disposizione la piattaforma e di conseguenza non incassa il margine tra giocate e vincite, ma un semplice aggio. Che è inferiore all’importo della tassa. Di conseguenza, se ADM avesse imposto agli operatori di versare il prelievo salva sport – come avviene per le normali scommesse – questi avrebbero riversato al Fondo una somma maggiore superiore ai ricavi che percepiscono. Per ovviare a questo problema, l’Amministrazione ha quindi deciso di scaricare direttamente la tassa sui giocatori; per le altre scommesse sono invece gli operatori a sostenere il prelievo. Questo meccanismo tuttavia – ha sostenuto Betfair nel ricorso originario – pregiudica questa formula di scommessa e spinge gli utenti verso i prodotti tradizionali.
Il Tar nella sentenza di aprile ha sostanzialmente affermato che sia legittima la decisione di tassare il betting exchange, al pari delle altre scommesse. Ha però accolto i rilevi di Betfair sui criteri che ADM ha scelto per calcolare il prelievo su questo prodotto “Non risulta, infatti, che ADM abbia svolto alcun approfondimento istruttorio finalizzato ad individuare le modalità di calcolo del prelievo alla raccolta generata dal betting exchange tenendo conto della peculiarità di tale tipologia di gioco e del diverso ruolo svolto dal concessionario rispetto alle scommesse tradizionali”. Il Collegio ha accolto in parte il ricorso, stabilendo che “ADM dovrà riesercitare il proprio potere discrezionale tenendo conto, nell’individuazione delle modalità di calcolo del prelievo, di quelle che sono le peculiarità della suddetta tipologia di gioco e coinvolgendo, ove ritenuto opportuno, anche i concessionari interessati”.
La sentenza tuttavia non ha fatto venir meno l’obbligo di Betfair di raccogliere dai giocatori i soldi necessari a pagare la tassa (l’operazione viene svolta ogni quattro mesi). Con il giudizio di ottemperanza la compagnia ha chiesto, oltre all’esecuzione della sentenza, anche la sospensione del termine di pagamento della nuova rata. Il Presidente della Seconda Sezione del Tar Lazio con un decreto d’urgenza emesso ieri replica tuttavia che “non sussistono, allo stato, i presupposti per l’adozione della misura cautelare richiesta”: il danno che Betfair potrebbe subire è “connesso alla scadenza del termine per il pagamento della prossima rata del contributo” e quindi “ha natura patrimoniale”. Anche se vincesse il ricorso, questo danno non sarebbe “irreparabile”, in altre parole basterebbe risarcire Betfair. Il giudice fissa un’udienza al 6 settembre per discutere ” gli ulteriori pregiudizi lamentati, quali le difficoltà di svolgere la propria attività, attesa la non convenienza dell’utilizzo della piattaforma Betfair rispetto ai sistemi di gioco tradizionali, e la connessa perdita di clientela”. lp/AGIMEG