Tassa 500 milioni, Consiglio di Stato: le concessionarie slot sono sussidiarie di compagnie comunitarie, anche queste vengono colpite dal prelievo

Il Consiglio di Stato ribadisce che la tassa dei 500 milioni, addossata con la Stabilità del 2015 agli operatori delle slot e delle vlt, penalizza anche delle società comunitarie: sebbene debba essere pagata da delle compagnie italiane, queste nella maggior parte dei casi sono delle controllate di compagnie che hanno sede in altri Paesi UE. Nell’ordinanza appena emessa i giudici di Palazzo Spada rispondono in questo modo ai dubbi sollevati dalla Corte di Giustizia Europea. Lo scambio di battute ha inizio nell’agosto scorso quando lo stesso Consiglio di Stato  solleva la questione di legittimità comunitaria chiedendo ai colleghi lussemburghesi di verificare che la tassa sia conforme al diritto europeo. Il Consiglio di Stato chiedeva in particolare se la tassa (nonostante alla fine si applichi per un solo anno) mini tra gli altri il principio del legittimo affidamento, visto che va a decurtare fortemente i ricavi delle compagnie di settore. La CGE ha però chiesto un approfondimento, in particolare sul fatto che la questione non riguardi solamente l’Italia, ma abbia ripercussioni anche sugli operatori degli altri Paesi UE. “E’ evidente” evidenzia quindi il Consiglio di Stato, che la tassa “produce effetti nei confronti di cittadini europei, ovvero nei confronti delle società controllanti, perché va a peggiorarne il risultato di gestione per l’anno interessato in via indiretta, in quanto grava sul bilancio delle controllate”; l’effetto nei confronti di un cittadino europeo è poi diretto nel caso della Global Starnet, che opera direttamente in Italia, senza intermediazione di controllate”. Di conseguenza, “la normativa in contestazione va a interessare, in termini di oneri organizzativi imposti, anche i gestori incaricati della raccolta del gioco, fra i quali vi è almeno una società di nazionalità austriaca (si veda la documentazione sopra citata)”. Inoltre, “la violazione del principio di affidamento, che secondo questo Giudice del rinvio le norme denunciate commetterebbero, andrebbe a costituire una discriminazione a rovescio rispetto a tutte le altre società attive in analoghi settori del gioco lecito, quale quello delle cosiddette slot on line” che di conseguenza ne potrebbero trarre in qualche modo un vantaggio. rg/AGIMEG