Il Tar Veneto respinge la richiesta di una sala da gioco di sospendere le fasce orarie adottate dal comune di Thiene, Vicenza. Il Collegio premette che “ad un esame sommario tipico della presente fase del giudizio, non sussistono i presupposti per la concessione della chiesta misura cautelare”. La sala – da quanto emerge dall’ordinanza del Tar – aveva provato a sostenere che la normativa comunale fosse in contrasto con la Legge regionale del Veneto per la prevenzione del gioco patologico e con i limiti orari – ovvero uno stop massimo di 6 ore al giorno – concordati tra Stato e Regioni nell’Intesa sottoscritta nel 2017 nella Conferenza Unificata. Ma sotto il primo profilo il Tar replica che il regolamento comunale sembra in linea con la legge regionale, quest’ultima infatti “non pare che abbia obliterato (abbia cancellato, NdR) il potere riconosciuto ai Comuni ai sensi dell’art. 50, comma 7, del TUEL”, il Testo Unico sugli Enti Locali. Per quanto riguarda l’Accordo, invece, secondo il Collegio, l’interpretazione che ha fornito la sala “condurrebbe ad una incomprimibile facoltà delle sale giochi di esercitare la propria attività per un totale di 18 ore giornaliere”. lp/AGIMEG