Il titolare di una sala giochi ha presentato ricorso al Tar di Trento per far annullare il Provvedimento del Comune emesso il 5 settembre scorso, con cui veniva decisa la rimozione degli apparecchi da intrattenimento nel suo locale a causa della mancata distanza minima dai cosiddetti luoghi sensibili.
I giudici del Tar hanno stabilito che “nella presente fase di sommaria delibazione della fattispecie, il bilanciamento dei contrapposti interessi delle Amministrazioni intimate e della parte ricorrente non può che risolversi, allo stato, nell’interinale prevalenza dell’interesse perseguito dalle parti pubbliche, atteso che è stata affermata la legittimità costituzionale di una fonte legislativa regionale in forza della quale l’autorizzazione all’esercizio di sale da gioco o all’installazione di apparecchi per il gioco lecito può essere rilasciata solo per gli esercizi ubicati a distanza non inferiore a 300 metri dagli stessi luoghi, stante il fatto che le disposizioni volte a introdurre al riguardo limiti di distanza dai luoghi sensibili sono estranee all’ordine pubblico e alla sicurezza, attenendo per contro alla prevenzione della ludopatia e, quindi, alla materia della tutela della salute di cui all’art. 32 Cost”.
“Tali normative, infatti, non perseguono il fine di disincentivare il gioco tout court, bensì prendono in considerazione principalmente le conseguenze sociali dell’offerta di tale tipologia di giochi suscettivi di innescare fenomeni compulsivi su fasce di consumatori psicologicamente più deboli, nonché dell’impatto sul territorio dell’afflusso a tali giochi da parte degli utenti, e sono altresì ascrivibili anche alla materia del governo del territorio“.
Per questi motivi il Tar di Trento ha rigettato l’istanza cautelare e ha fissato per la trattazione collegiale dell’incidente cautelare la camera di consiglio del 27 ottobre 2022.
“La sentenza è stata assurda e rappresenta un’ulteriore batosta“. E’ quanto dichiara ad Agimeg Dino Rebek, titolare della società che ha presentato il ricorso. “La cosa più logica era farci continuare ad operare in attesa della decisione finale, ma il giudice ha stabilito che dobbiamo rimanere chiusi fin quando non verrà emessa la sentenza definitiva. Purtroppo, non si è reso conto del danno che sta compiendo alla mia azienda e ai miei 20 dipendenti con i quali ora non so come comportarmi. Abbiamo perso totalmente la fiducia nei confronti della politica e delle istituzioni che al loro interno hanno persone che decidono sulla base di pregiudizi”.
“Ciò che sta accadendo a Trento – prosegue Rebek – ha dei colpevoli: la Lega e il presidente leghista della Provincia, Maurizio Fugatti. Spero che le nuove forze politiche agiscano con logica sul settore. Non chiediamo favoritismi, ma un approccio privo di pregiudizi”. ac/AGIMEG