Tar Sicilia: Comune Palermo deve riesaminare le fasce orarie entro 60 giorni e svolgere un’istruttoria adeguata sul tasso di ludopatie

Il Comune di Palermo dovrà riesaminare entro 60 giorni l’ordinanza con cui fissa i limiti orari per le slot e compiere un’adeguata istruttoria che giustifichi le restrizioni. Lo stabilisce il Tar Sicilia in due ordinanze cautelari con cui sospende le fasce orarie adottate dal Comune, sottolineando peraltro che l’attività delle sale potrebbe essere ridotta per rispettare le linee giuda della Fase 3 e quindi rappresenterebbe un rischio inferiore per la salute. Il giudice scrive infatti che “va sospesa l’efficacia del provvedimento impugnato, atteso che, nel bilanciamento dei contrapposti interessi, appare temporaneamente prevalente quello privato a riprendere l’attività imprenditoriale, peraltro, allo stato, con le modalità stabilite, a seguito dell’emergenza da Covid-19, dalla recentissima ordinanza del Presidente della Regione n. 25/2020″.
In termini generali, il Tar ritiene fondate le censure della sala sull'”eccesso di potere per difetto di istruttoria”: la chiusura di una sala in determinati orari, “soprattutto se disposta per un elevato numero di ore” deve essere “supportata da un’adeguata istruttoria di rilevamento attuale di dati scientifici o statistiche inerenti l’incidenza della diffusione della ludopatia o del gioco d’azzardo patologico nel Comune di Palermo, tali da fare presumere un pericolo per la collettività e, in particolare, per le fasce sensibili”. I giudici danno conto anche del fatto che il provvedimento – soprattutto in una fase come quella attuale – potrebbe causare gravi ripercussioni economiche alla sala, e quindi determinare un taglio del personale: “potrebbe determinare nell’immediatezza una contrazione del reddito d’impresa che, associata con la crisi economica e sociale da Covid 19, potrebbe incidere sensibilmente sui livelli occupazionali e sarebbe difficilmente ristorabile per equivalente”. E quindi intima al Comune di Palermo di “riesaminare il provvedimento impugnato, tenendo conto anche dei rilievi contenuti nella presente ordinanza, entro sessanta giorni”. L’udienza di merito è stata fissata alla “prima udienza pubblica del mese di gennaio 2021”, secondo il calendario che verrà stabilito. rg/AGIMEG