Il Tar Lombardia – Sezione di Brescia – non sospende le norme contro il gioco adottato dal Comune di Carpenedolo, ma solleva dubbi sull’istruttoria compiuta dall’Amministrazione locale prima di adottare il provvedimento. L’Amministrazione – nel marzo scorso – è intervenuta con due provvedimenti: un regolamento del Consiglio Comunale che detta le distanze dai luoghi sensibili, e un’ordinanza del Sindaco che invece prevede le fasce orarie per sale scommesse e apparecchi. A intentare il ricorso una sala che prima aveva ceduto il ramo d’azienda, ma poi aveva risolto consensualmente con la controparte il contratto. Rientrata in possesso dell’attività, aveva dovuto rinnovare la licenza, al pari di una nuova attività. Il, Tra conferma adesso che si tratta di “una nuova apertura”, e quindi è tenuta al “rispetto anche delle disposizioni regionali relative alle distanze minime dai luoghi c.d. sensibili”. Il Comune tuttavia- sottolinea il giudice – non ha adottato “alcun provvedimento al fine di ottenere il rispetto della norma regolamentare”. Per quanto riguarda le fasce orarie, invece, per il Tar potrebbe rivelarsi “carente” l'”istruttoria condotta dal Comune”. Tuttavia, non ha sospeso il provvedimento “in un’ottica di bilanciamento degli interessi contrapposti”: da un alto la sala potrebbe non essere in regola con il rispetto delle distanze, dall’altro ha tenuto in considerazione “il numero limitato di ore in cui è precluso il gioco”. rg/AGIMEG