Tar Lazio, “DPCM che ha chiuso le sale giochi, sale scommesse e sale bingo valido. Le sale non soddisfano fabbisogni primari”

Lapidaria la motivazione con cui il Tar Lazio ha respinto la richiesta di alcuni operatori dei giochi di sospendere i dpcm di novembre e dicembre, e sostanzialmente riaprire le sale da gioco. Il Collegio infatti si limita a scrivere che “non sussistono i presupposti per la concessione di misure cautelari” e che “non emergono ragioni per discostarsi dalle indicazioni già impartite con l’ordinanza n. 7191 del 18 novembre 2020”. Nel provvedimento di novembre, il Tar aveva affermato, tra le altre cose, che “nella materia di che trattasi viene certamente in considerazione, a tutela della salute pubblica, il principio di precauzione, in ossequio al quale l’individuazione delle attività economiche oggetto di sospensione totale – comunque per un periodo di tempo limitato – può ragionevolmente fondarsi, oltre che sulla possibilità di assicurare il rispetto dei protocolli di sicurezza e sulla opportunità di trattare in modo uguale situazioni identiche, anche sulla capacità delle attività economiche di soddisfare fabbisogni primari degli utenti”. E “le sale giochi e scommesse, oggettivamente non sono dirette a soddisfare un fabbisogno primario dell’individuo”. A dicembre tuttavia lo stesso collegio aveva emesso una seconda ordinanza, chiedendo al Consiglio dei Ministri di depositare i verbali delle riunioni, per verificare quali ragioni avessero portato al lockdown delle sale. lp/AGIMEG