Fasce orarie, le ricorrenti accusano Roma Capitale: “Istruttoria del tutto carente”
Roma Capitale non avrebbe effettuato un’istruttoria prima di adottare l’ordinanza sui limiti orari per le sale da gioco. E’ quanto hanno sostenuto nell’udienza di fronte al Tar Lazio le sale da gioco che hanno impugnato il provvedimento. L’avv. Lazzaretti ha spiegato che Roma Capitale – in base all’accordo siglato da Governo e Regioni in conferenza unificata – avrebbe dovuto concordare con i Monopoli di Stato un simile intervento, visti i riflessi sul gettito. Invece ha inviato il provvedimento il 6 giugno 2018, e lo ha adottato due giorni dopo, non concedendo ai Monopoli nessuna possibilità di replica. E ancora, “l’ordinanza fa riferimento all’accordo siglato in conferenza Unificata. Ma in quel caso si parlava di una chiusura di 8 ore al giorno, Roma Capitale ha imposto uno stop di 16 ore”.
“Rispetto all’anno precedente c’e’ stata addirittura una recessione del fenomeno patologico, l’emergenza cui fa riferimento l’ordinanza di Roma Capitale non c’e’”, hanno sostenuto ancora i ricorrenti. “L’unico dato che potrebbe giustificare il provvedimento è una tabella della Regione Lazio, da cui emerge che i giocatori patologici romani in cura nel 2018 sono circa 200”, ha spiegato l’avv. Lepore. “Stiamo parlando dello 0,08% della popolazione”.
L’avv. Ripamonti ha invece spiegato che l’ordinanza non tocca i ctd ancora presenti sul territorio (che offrono giochi sostanzialmente simili) e l’online. “L’ordinanza comporta un taglio di oltre il 50% dell’orario, rispetto a quanto avevano concordato Regioni e governo” ha detto l’avv. Lattanzi, sottolineando poi che l’ordinanza del Comune provocherà un’emergenza occupazionale. gr/AGIMEG
Fasce Orarie, Roma Capitale: “Accordo Stato Regioni fa salve le restrizioni maggiori adottate dai Comuni”
L’accordo tra Stato e Regioni “non poteva ledere il potere di intervento delle Amministrazioni Comunali, e in ogni caso fa salve le maggiori limitazioni che le amministrazioni locali intendono adottare”. Lo ha detto l’avv. Rocchi, legale di Roma Capitale, nel corso dell’udienza di fronte al Tar Lazio contro l’ ordinanza che limita gli orari di apertura delle sale da gioco. Inoltre, il Comune ha adottato le limitazioni che poteva attuare, “come avrebbe potuto vietare ai cittadini di istallare sul telefonino l’app per giocare online”. Inoltre, il provvedimento è il risultato di un contrasto tra la libertà imprenditoriale e il diritto alla salute: “Ci sono tutta una serie di provvedimenti a livello nazionale che cercano di tutelare la salute che sono rimasti lettera morta. Roma Capitale e’ dovuta intervenire per colmare questo vuoto”.
Rispondendo al Presidente Amodio che chiedeva una replica alle accuse di difetto di istruttoria: “Si tratta di un provvedimento che punta a prevenire un fenomeno. I dati sui persone in cura inoltre non rispecchiano la realtà visto che il numero di giocatori che non chiede assistenza e’ di gran lunga superiore”. L’avv. Rocchi ha però ammesso che alcuni passaggi dell’istruttoria – come il coordinamento con l’Osservatorio sulle Ludopatie – “se non sono stati richiamati nelle premesse del provvedimento, non sono stati effettuati. Ma vista a natura del provvedimento non erano necessari”. gr/AGIMEG
In decisione i ricorsi contro Roma Capitale, sentenza attesa entro due mesi
Si e’ conclusa da poco – dopo quasi un’ora di dibattito – l’udienza di merito sulle fasce orarie adottart da Roma Capitale per limitare l’apertura delle sale da gioco. A intentare i ricorsi una ventina di sale, in alcuni casi si sono costituiti anche i dipendenti per manifestare la preoccupazione per i propri posti di lavoro. In sostegno di Roma Capitale e’ invece intervenuta l’associazione dei consumatori, Codacons. Il Collegio della Seconda Sezione ha trattenuto i ricorsi in decisione, la sentenza e’ attesa nell’arco di due mesi. gr/AGIMEG