Tar Lazio nega risarcimento danni a sala giochi: “Sospensione delle attività giustificata dagli obiettivi di politica sanitaria dei DPCM”

Il titolare di una sala giochi ha presentato un ricorso al Tar del Lazio in cui chiede il risarcimento dei danni patrimoniali ex art. 30 c.p.a., subiti a seguito dell’art. 1, comma 10, lett. l), del d.p.c.m. 14 gennaio 2021, con il quale sono state “sospese le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, anche se svolte all’interno di locali adibiti ad attività differente”.

Il tribunale ha affermato che appare “evidente che, nell’amplissima discrezionalità di cui gode il Governo nel perseguire gli obiettivi di politica sanitaria prefissati – data la straordinaria situazione pandemica (v. Tar Lazio, sez. I, 19 febbraio 2021, n. 2102) – l’inibizione di attività quali quella della società ricorrente si rivela legittima“.

In più, il Tar Lazio aggiunge che “da un lato, invero, non vi sono – allo stato – evidenze scientifiche certe di come si propaghi il virus, avendosi solo indizî che l’esposizione di un individuo sano ad uno contagiato (anche asintomatico) determina un elevato rischio di infezione; dall’altro, notoriamente, nelle sale scommesse si assembrano persone che possono stazionare lungamente in esse. Dati questi elementi d’esperienza, è evidente che la frequentazione delle sale scommesse espone i relativi avventori ad un elevato rischio di contagio, sicché pienamente logica e razionale è la sospensione delle relative attività”.

In conclusione, il Tar del Lazio stabilisce che “il d.p.c.m. 14 gennaio 2021 abbia compiuto un equo bilanciamento dei contrapposti interessi coinvolti: esso non appare viziato da illogicità o incongruità, essendo stato adottato all’esito di puntuale istruttoria, risultando idoneo (almeno in astratto) a contenere quanto piú possibile i contagi, in un quadro emergenziale straordinario, imprevedibile ed in continua evoluzione”.

Per questi motivi il Tar del Lazio ha rigettato il ricorso e confermato la legittimità e validità del DPCM adottato dal Governo. ac/AGIMEG