Tar Bolzano conferma: Impossibile decidere sul distanziometro di Bolzano se il Consiglio di Stato non affronta i ricorsi per revocazione

Prosegue lo scontro a distanza tra il Tar Bolzano e il Consiglio di Stato, sul distanziometro adottato dal comune altoatesino. In Consiglio di Stato pendono una serie di ricorsi cin cui le sale da gioco hanno chiesto di revocare la sentenza – emessa nel 2019 – che legittima il distanziometro. Secondo gli operatori, i giudici infatti non hanno correttamente valutato il fatto che la misura provochi l’effetto espulsivo, ovvero impedisca completamente o quasi di aprire una sala da gioco. Le sale pertanto con i ricorsi per revocazione hanno chiesto allo stesso Consiglio di Stato annullare la sentenza e pronunciarne una nuova.

Vi sono però una serie di altri ricorsi che ancora non sono giunti a quel grado di giudizio. Secondo il Tar è necessario prima sciogliere il nodo del giudizio di revocazione, e poi affrontare gli altri, in modo da seguire per tutti lo stesso orientamento. Il Consiglio di Stato invece sembra aver fatto altre valutazioni.

I giudici di Palazzo Spada infatti, a fine settembre, hanno affrontato un ricorso autonomo in sede cautelare – la sala in questo caso impugnava il semplice provvedimento di chiusura – e hanno confermato il provvedimento del Comune senza fare alcun cenno ai giudizi per revocazione pendenti.

Il Tar Bolzano invece è di diverso avviso, e ritiene quella sentenza fondamentale per decidere i ricorsi che via via si trova a discutere. Si era già espresso in questo modo una decina di giorni fa, adesso lo ribadisce con quattro decreti cautelari emessi ieri. “Il presente ricorso, al fine di evitare contrasti di giudicati e per economia processuale, è stato più volte rinviato in attesa che il Consiglio di Stato decidesse ricorsi involgenti le medesime questioni di diritto ovvero la legittimità del distanziometro di cui alla L.P. 13/1992, ritenuta di portata dirimente per la decisione del presente gravame” sottolinea infatti il Presidente della Sezione Autonoma. E spiega che questa decisione è opportuna anche se si considera l’emergenza legata al Covid: “anche al fine di non favorire il proliferarsi di cause innanzi al Consiglio di Stato in un periodo in cui a livello nazionale sono state adottate speciali misure per fare fronte allo smaltimento dell’arretrato”, si ritiene necessario “rinviare la trattazione del presente ricorso all’udienza del 20.7.2022”. lp/AGIMEG