La Guardia di Finanza di Piacenza ha dato esecuzione a 7 provvedimenti coercitivi emessi nei confronti di altrettanti soggetti coinvolti, a vario titolo, in attività di traffico internazionale di stupefacenti, fabbricazione e immissione, sul mercato, di valuta contraffatta e riciclaggio.
Le attività di indagine scaturiscono da una segnalazione pervenuta dall’Ufficiale di
Collegamento della Drug Enforcement Administration (D.E.A.) presso l’Ambasciata degli Stati Uniti d’America in Roma contenente qualificate informazioni riguardanti un soggetto, residente a Piacenza, al centro di sistema strutturato dedito al traffico di sostanze stupefacenti di tipo Fentanyl, proveniente dalla Cina e destinato al mercato americano.
Gli approfondimenti investigativi hanno appurato la responsabilità del pluripregiudicato piacentino il quale, assumendo il ruolo di intermediario, acquistava lo stupefacente da smistare a vari acquirenti internazionali d’oltre oceano.
E’ stato inoltre svelato come lo stesso soggetto piacentino fosse anche al vertice di un’organizzazione transnazionale dedita alla fabbricazione e all’immissione, sul mercato, di valuta accuratamente contraffatta, con l’intento di riprodurre anche dollari statunitensi.
Nello specifico il soggetto aveva allestito, presso la propria abitazione, un laboratorio per la realizzazione di monete dall’altissimo pregio qualitativo che venivano veicolate sul territorio elvetico. Giunte in Svizzera, le monete contraffatte venivano poi immesse nel circuito legale attraverso l’utilizzo di macchine automatiche per le scommesse sportive, o gli ATM bitcoin.
La riconversione dei bitcoin in euro veniva poi affidata ad altri soggetti dell’Est Europa che, una volta conclusa l’operazione di riciclaggio, provvedevano alla restituzione, al falsario piacentino, della somma “ripulita” decurtata della percentuale del 7%.
Dei sette soggetti destinatari di ordinanza di custodia cautelare, cinque sono stati catturati nei giorni precedenti, uno è stato arrestato presso il valico di Basovizza (TS) ed uno, tuttora latitante, è stato inserito nel sistema informatico di cooperazione internazionale per il rintraccio e arresto. L’esito delle attività di polizia giudiziaria, eseguite in Italia, ha consentito, inoltre, di sequestrare circa 300 mila euro in contanti, circa 26mila euro in bitcoin, 70 dispositivi informatici e 3 orologi di pregio, oltre a un immobile, con relative pertinenze, e a tutta la strumentazione atta alla contraffazione della valuta. cdn/AGIMEG