Studio Trans-crime, gli investimenti mafiosi nei Paesi dell’Est puntano su casinò, sale gioco e aziende di import-export

L’anno scorso l’Unità di informazione finanziaria (ufficio di intelligence della Banca d’Italia) ha ricevuto 60mila segnalazioni di operazioni sospette, per un valore complessivo di 85 miliardi di euro. A questa massa di denaro dai movimenti ambigui, bisogna aggiungere tutte le segnalazioni che arrivano dall’estero e riguardano l’Italia. Franco Roberti è il procuratore nazionale antimafia e dice: «Abbiamo constatato che gli investimenti delle organizzazioni criminali italiane si spostano all’estero dove minore è la pressione investigativa, e dove ordinamenti e sistemi di contrasto sono più deboli. Le strategie criminali cercano di sfruttare il differenziale di normativa tra Stato e Stato». E infatti – come si legge su Il Corriere della Sera – il riconoscimento del reato di associazione mafiosa e le misure di prevenzione per i sequestri esistono per esempio soltanto in Italia. Nonostante alcuni passi avanti compiuti negli ultimi anni, l’aggressione degli investimenti mafiosi fatica a varcare i confini. Lo dimostra uno degli elementi chiave nelle ricerche di Transcrime, che vengono presentate oggi a Milano: mentre la maggior parte delle confische in Italia riguarda aziende e società, il 70% delle ricchezze sottratte alle nostre mafie all’estero è costituito da contanti e macchine (oppure altri veicoli). «In Europa, gli investimenti mafiosi — spiega Ernesto Savona, docente dell’università Cattolica di Milano e direttore di Transcrime — si adattano per sfruttare le vulnerabilità dei luoghi in cui migrano. Per questo nei Paesi dell’Est puntano su casinò, sale gioco, aziende di import-export che sfruttano anche per altri traffici illegali». Se l’Europa copia i vizi Italiani le 6omila segnalazioni di operazioni bancarie sospette «sono la dimostrazione di una rete di controllo capillare e che ha mostrato la sua efficacia in molte recenti inchieste — riflette Walter Mapelli, oggi procuratore capo a Lecco ed esperto di reati finanziari — Ma ricondurre i movimenti bancari sospetti a un’origine mafiosa è una questione più complessa. Proprio perché la massa delle informazioni è mastodontica, diventa complicato discernere le spie importanti e incanalarle nella catena di approfondimenti successiva: ufficio informazioni finanziarie, Guardia di finanza, Procure».  lp/AGIMEG