La storia a lieto fine di Antonella, la lavoratrice del bingo che ha commosso l’Italia

Finisce con un sorriso, anche se nascosto dietro la mascherina, la storia di Antonella Di Fiore, la lavoratrice di una sala bingo di Milano entrata (suo malgrado) nella storia del comparto giochi per aver lottato in prima persona contro la prolungata chiusura di sale giochi, scommesse e bingo. Lasciata la natìa Sicilia per cercare un futuro lavorativo migliore al Nord, e trovatolo in una sala bingo del capoluogo lombardo, Antonella è stata la rappresentate di un movimento di ‘invisibili’, ovvero di tutti quei lavoratori della sale giochi d’Italia costretti dalla politica a rimanere a casa anche quando l’emergenza coronavirus è andata scemando, mentre il resto delle attività economiche del Paese ripartiva. Un’ingiustizia gridata a gran voce da Antonella e dalla sua collega Maddalena, entrate in sciopero della fame lo scorso 3 giugno, prima davanti alla Regione Lombardia, poi a Roma, davanti a Montecitorio. Un gesto estremo, quello delle due ragazze, che ha commosso l’Italia dei lavoratori del settore, ma non solo. E’ anche grazie all’impegno di Antonella e Maddalena che si è giunti, lo scorso 9 giugno, alla più grande manifestazione nella storia del comparto del gioco pubblico, tenutasi a piazza del Popolo, a Roma. Un evento che ha contribuito ad accelerare le mosse dei decisori politici di riaprire il settore del gioco. A distanza di una settimana, praticamente tutte le regioni italiane, ad eccezione del Lazio, hanno riaperto le sale. Una vittoria per Antonella e Maddalena, ma anche per tutte le decine di migliaia di lavoratori del comparto giochi che non hanno mai chiesto altro, in questi mesi di chiusura forzata, se non di ricominciare a lavorare. Oggi per molti di loro è il giorno della festa e dei sorrisi, mai così grandi, anche se nascosti dietro una mascherina.

cr/AGIMEG