Stanleybet: “L’indagine della Procura di Roma compromette la nostra partecipazione alla gara”

Stanleybet potrebbe non partecipare al bando di gara del 2016, quando andranno a scadenza tutte le concessioni ora in vigore ed è previsto il riordino del settore scommesse, a causa dell’indagine della Procura di Roma per l’ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Lo ha spiegato la società in una nota inviata alle proprie ricevitorie.
“Avrete certamente avuto notizia di un’indagine – si legge -, partita da ambienti della Guardia di Finanza e dell’AAMS, verso i vertici Stanleybet. Tale indagine ha generato un procedimento penale presso la Procura di Roma, per l’ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale. L’ipotesi di reato è del tutto priva di fondamento e l’eventuale giudizio lo dimostrerà. Non è la prima volta che cose del genere succedono e Stanleybet ne è sempre uscita completamente pulita. La storia si ripete. La Guardia di Finanza sostiene che non è vero che Stanleybet non ha partecipato alle gare a causa degli illegittimi impedimenti che le sono stati opposti dallo Stato italiano. Lo avrebbe fatto, invece, per evitare di pagare le tasse.
Chiunque conosce la storia del settore sa che un’ipotesi del genere è completamente risibile. Stanleybet paga le tasse in ben 10 Paesi europei, perché mai non dovrebbe farlo in Italia? La realtà, come tutti sapete, è che Stanleybet, a causa degli impedimenti posti dalle autorità italiane all’esercizio del suo diritto di stabilimento, ha avuto dalla Corte di Giustizia una sorta di legittimazione ad offrire i suoi servizi verso l’Italia partendo dal Paese in cui è autorizzata. In coerenza con ciò, Stanleybet è tenuta a pagare le tasse nel Paese che l’ha autorizzata, non certo nel Paese che le ha impedito, con ogni possibile mezzo, di ottenere l’autorizzazione ad operare e di stabilirsi sul suo territorio”.
Due le possibili conseguenze.  “A meno che lo Stato Italiano, tenuto conto dell’impossibilità di avere un solo sistema, decida di lasciare quello Concessorio, riconoscendone il fallimento (o facendo finta che, invece, era il più bel sistema del mondo, ma comunque rinunciandovi) e decida di far passare tutti ad un sistema autorizzatorio, senza mettere a gara i vari operatori, ma permettendo a chiunque lo richieda di operare. Il vantaggio, naturalmente, è che tutti pagherebbero le tasse in Italia e le entrate fiscali sarebbero sicuramente superiori. Se lo Stato invece deciderà di parlare con Stanleybet per concordare nel 2016 un sistema concessorio a cui anche quest’ultima potrá partecipare, allora si porrà comunque il problema del procedimento penale in corso: se, all’alba del 2016, tale procedimento sarà ancora in corso, le temporanee squalificazioni soggettive in capo a Stanleybet che ne conseguiranno, ne impediranno comunque la partecipazione, anche se ci fosse la volontà dello Stato di consentirla”. cz/AGIMEG