Risolvere il controverso rapporto tra Stato ed enti locali in tema di distribuzione territoriale delle sale da gioco. Durante le votazioni del disegno di Stabilità in Aula, il senatore Cappelletti (M5S), accusa Santini (Pd) di “rilanciare, come se ce ne fosse bisogno, il gioco d’azzardo nel nostro Paese, tagliando agli enti locali ogni possibilità di regolamentazione”. Per Candiani (LN-Aut), gran parte della finanziaria si basa “sulla immorale leva del gioco d’azzardo: 600 milioni ogni anno per il prossimo triennio che proverete ad incassare andandoli a prendere dalle tasche dei cittadini, illudendoli addirittura che possano andare a cercare risposta alle loro sventure con il gioco d’azzardo. Se un provvedimento serio andava fatto – e lo chiediamo da anni – era la riduzione del gioco d’azzardo diffuso nei Comuni, che sta drenando risorse ai cittadini, soprattutto a quelli che sono più indifesi rispetto alla crisi economica”. Posizione condivisa anche dal senatore Mussini (Misto): “il gioco d’azzardo non è solo un problema di chi lo pratica o di ludopatia, ma è una delle gambe più solide della criminalità. Stupisce è che al dibattito venga sfilata la possibilità di entrare nel merito del gioco d’azzardo, anche perché esso rappresenta una delle principali fonti di entrata di questa manovra finanziaria. Anche l’articolo 34 del disegno di legge di Stabilità, che riguarda le Regioni, è stato sfilato: prima la garanzia di poter affrontare questo tema nella rapida discussione di un decreto-legge e poi la presentazione di un emendamento con la totale impossibilità di apportare qualsiasi modifica”. dar/AGIMEG