Stabilità, Liberatore (Agcom): “Manca ancora decreto attuativo, ma le tv generaliste si stanno autoregolamentando con fasce di stop pubblicità”

“A livello comunitario manca una disciplina organica” a regolamentare la pubblicità del gioco d’azzardo. Lo rileva Benedetta Liberatore, della Direzione Contenuti Audiovisivi dall’Agcom, durante il workshop ‘Gioco d’azzardo, media e minori. Quali regole?’ organizzato dalla stessa associazione. Guardando all’Italia, Liberatore ripercorre il contenuto degli ultimi provvedimenti legislativi in materia, dal decreto Balduzzi del 2012 al codice di autodisciplina pubblicitaria fino alla legge di Stabilità 2016, “che attribuisce per la prima volta delle competenze all’Autorità”. Il decreto attuativo interministeriale che dovrebbe sancire il ruolo dell’Agcom non è ancora stato varato: “il termine scadeva alla fine di aprile anche se in realtà non ci risulta ci siano novità su questo punto. Finché non c’è il decreto la norma non è applicabile”. Tra le criticità della norma che riguarda la pubblicità contenuta nell’ultima finanziaria, Liberatore segnala che “le norme attuali non ci permettono di intervenire su Internet, ma soltanto sulla tv generalista. Quello che noi auspichiamo sono forme di autoregolazione con codici di condotta da adottare di concerto con le emittenti interessate”. Analizzando il trend di messa in onda della pubblicità, Liberatore annuncia che “le ex generaliste (canali da 1 a 9 del telecomando, ndr) si sono autoregolamentate: da novembre 2015 ad aprile 2016 il dato che emerge è che si sono tutti uninformati alle fasce di stop e riportano la scritta che il gioco è vietato ai minori e può portare a dipendenza patologica”. Per il presidente dall’Agcom, Angelo Maria Cardani, “è importante una regolazione intelligente (della pubblicità, ndr), che deve però permettere una libertà di espressione e una circolazione delle idee”. Il presidente dell’Autorità garante per le comunicazioni pensa poi alla tutela dei più giovani e invita a porre le “giuste barriere” nei confronti dei minori, che “vanno tutelati”. dar/AGIMEG