Speciale GDF: da “Rouge et noir” a “Scommettopoli”, da “Gambling” a “Galassia”, ecco tutte le più importanti operazioni delle Fiamme Gialle contro il gioco illegale

Ecco i dettagli forniti ad Agimeg delle più recenti e importanti operazioni condotte dalla Guardia di Finanza nelle attività a contrasto del gioco illegale e irregolare. “Scommettopoli”, operazione condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria, con la quale è stato rilevato che una società di diritto maltese ha svolto sul territorio nazionale, per mezzo di plurime unità produttive a direzione unitaria, la raccolta da banco delle scommesse sportive in assenza delle previste autorizzazioni e concessioni, omettendo di dichiarare i redditi conseguiti. Le attività ispettive di carattere amministrativo, eseguite dal menzionato Reparto, hanno consentito di rilevare, relativamente ai periodi d’imposta dal 2012 al 2015, elementi positivi di reddito non dichiarati per complessivi euro 462.445.386,74 oltre ad una base imponibile da assoggettare a Imposta Unica sulle Scommesse pari ad euro 660.835.526,62, cui corrisponde un’imposta evasa pari ad euro 33.041.776,33. Sotto il profilo penale, invece, la competente Autorità giudiziaria ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti, tra gli altri, dell’amministratore di fatto della società, per il reato di “Esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa”.

“Betting shop”, attività ispettiva condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bergamo, con la quale è stata accertata l’esistenza di una stabile organizzazione occulta di un bookmaker austriaco che, in mancanza delle concessioni previste dalla legge e senza essere collegato al totalizzatore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha effettuato la raccolta fisica di scommesse tramite 3.096 punti di raccolta/centri di trasmissione dati. Le indagini svolte hanno permesso di accertare elementi positivi di reddito non dichiarati pari a quasi 3 miliardi di euro, una base imponibile sottratta a tassazione pari ad oltre 948 milioni di euro ai fini dell’Imposta unica sulle scommesse, con la quantificazione di un’imposta evasa di 47 milioni di euro.

“Gambling”, l’attività d’indagine svolta dall’allora Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria, che ha permesso di portare alla luce un’associazione per delinquere di stampo mafioso con proiezione transnazionale – costituita da soggetti appartenenti all’organizzazione criminale unitaria di stampo mafioso denominata ‘ndrangheta – che avvalendosi di società estere di diritto maltese ha esercitato abusivamente l’attività del gioco e delle scommesse sull’intero territorio nazionale, così riciclando ingenti proventi illeciti. L’associazione criminale, attraverso lo schermo di imprese operanti nel mercato dei giochi e delle scommesse a distanza e dislocando in Stati esteri i server per la raccolta informatica delle giocate e la loro gestione, ha aggirato la normativa che regola il settore: sottraendosi al pagamento dell’imposta unica sulle scommesse; conseguendo sul territorio dello Stato utili d’impresa, riconducibili a una stabile organizzazione occulta, che sono stati sottratti al pagamento delle imposte dirette, omettendo di presentare la prescritta dichiarazione ai fini dell’imposta sul reddito delle società (I.R.E.S.); riciclando un’enorme massa di denaro “sporco” attraverso l’utilizzo di conti di gioco intestati a persone compiacenti ovvero inconsapevoli. All’esito delle indagini, su disposizione dell’Autorità giudiziaria di Reggio Calabria, sono state eseguite 28 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 13 misure cautelari degli arresti domiciliari, 5 divieti di dimora, e 5 obblighi di presentazione alla p.g. e di sottoporre a sequestro 45 imprese operanti sul territorio nazionale, 1.500 punti commerciali, innumerevoli immobili, 82 siti nazionali e internazionali.

“Galassia”, “Scommessa” e “Revolution bet”, condotte dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e svolte congiuntamente ai Nuclei di polizia economico-finanziaria di Catania, Bari e Reggio Calabria, all’esito delle quali si è proceduto all’esecuzione, su gran parte del territorio nazionale ed all’estero, di 52 misure restrittive e di un contestuale provvedimento di sequestro di beni per un valore di circa 1 miliardo di euro, nei confronti di soggetti responsabili dei reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e auto-riciclaggio, illecita raccolta di scommesse on line e fraudolenta sottrazione ai prelievi fiscali dei guadagni conseguiti. Le attività investigative hanno, inoltre, permesso di accertare l’esistenza di un complesso sistema di raccolta illegale di scommesse su eventi sportivi e non, gestito con modalità mafiose tramite un circuito parallelo, costituito da piattaforme informatiche rese disponibili da noti imprenditori e funzionale a raggirare la normativa fiscale e antiriciclaggio, mediante il quale è stato effettuato un volume di giocate stimato in oltre 4,5 miliardi di euro.

“Jonny”, l’attività di polizia giudiziaria, condotta dalla Compagnia di Crotone, con la quale è stato possibile accertare come una cosca di ‘ndrangheta abbia acquisito e mantenuto una “posizione dominante” nella raccolta delle scommesse a distanza e su rete fissa, nonché nel noleggio degli apparecchi per il gioco on line, nella città di Crotone e nel suo hinterland, precludendo l’accesso ad altri operatori del settore. In particolare, la cosca, avvalendosi del potere di intimidazione, ha reinvestito i proventi derivati dalle attività delittuose nell’acquisto di beni immobili, attività commerciali e in investimenti finanziari, stringendo accordi con i referenti di altre organizzazioni criminali, operanti nella città di Crotone, al fine di esercitare un pieno e totale controllo del settore economico del gaming, precludendo la possibilità di operare nel medesimo comparto ad altri operatori commerciali. Le attività si sono concluse con l’esecuzione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 10 soggetti, il sequestro di beni per un valore complessivo di 13 milioni di euro e la richiesta alle Autorità competenti della Repubblica di Malta del sequestro di una società di gaming.

“Rouge et noir”, operazione svolta dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata del Corpo, in prosecuzione di articolate indagini condotte dalla Direzione Distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Roma, nei confronti di una consorteria criminale, a carattere transnazionale che, dopo aver acquisito la concessione pubblica dell’offerta di gioco tramite apparecchi con vincita in danaro, si è appropriata illecitamente di ingenti somme sottratte al fisco. L’associazione, operante in diversi paesi tra cui le Antille Olandesi, gli Stati Uniti, il Regno Unito e il Principato di Monaco, ha gestito, mediante il controllo di società italiane ed estere, una quota rilevante del mercato economico del gioco legale. In particolare, sfruttando la propria posizione privilegiata di concessionario pubblico, tra il 2004 e 2014, ha omesso il pagamento dei tributi erariali dovuti per l’attività di raccolta di gioco, trasferendo oltre 215 milioni di euro su conti correnti esteri di società offshore, ubicate in paesi a fiscalità privilegiata. Le indagini hanno evidenziato il sistematico riciclaggio dei proventi illeciti, realizzato mediante ripetuti trasferimenti di denaro, destinati anche ad investimenti immobiliari nell’area caraibica, in Canada, Olanda, Francia e nel Principato di Monaco. All’esito degli accertamenti è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, nei confronti di 5 indagati per associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di peculato, sottrazione fraudolenta dei beni al pagamento delle imposte, appropriazione indebita e riciclaggio e sono stati sottoposti a sequestro, anche in territorio estero, beni mobili e immobili per un valore di circa 215 milioni di euro. Il prosieguo delle attività di indagine ha, inoltre, consentito di fare luce su diverse operazioni di riciclaggio poste in essere da altri soggetti, di cui uno destinatario di un’ulteriore ordinanza dispositiva di custodia cautelare in carcere (tuttora latitante negli Emirati Arabi Uniti) e di procedere ad un nuovo sequestro per equivalente, per un valore di oltre 8 milioni di euro, relativo a beni immobili, mobili e conti correnti.

“Sfinge”, l’operazione condotta dal Gruppo di Torino, su delega della locale Procura della Repubblica e in collaborazione con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che ha consentito di disvelare l’esistenza di un sodalizio criminale dedito all’alterazione e manomissione di apparecchi da gioco del tipo “new slot”. In particolare, è stato scoperto un nuovo sistema di frode, basato sull’utilizzo di un software in grado di manipolare il funzionamento delle slot allo scopo di erogare vincite per un importo inferiore a quello spettante ai giocatori, pur comunicando al fisco un importo complessivo delle vincite in linea con le percentuali minime previste dalla legge. Nel corso delle indagini sono stati sottoposti a sequestro 2.079 apparecchi da gioco in oltre 1.400 locali pubblici, dislocati su tutto il territorio nazionale, nonché denunciati all’Autorità giudiziaria per i reati di frode informatica e di falso in atto pubblico 12 soggetti italiani.

“Doppio Jack”, svolta dalla Compagnia di Empoli, che ha fatto luce su un’associazione per delinquere – di cui facevano parte, a vario titolo, 40 persone italiane e straniere – che ha allestito, in diverse Regioni del Centro-Nord Italia, numerose sale da gioco clandestine presso locali in uso ad enti giuridici esercenti attività sociali del tutto estranee al settore del gioco. Al vertice dell’organizzazione è risultato un soggetto che ha creato una illecita piattaforma di gioco online, che consentiva di collegare i video giochi/slot machines, installati nelle sale gioco clandestine, ad un server collocato nella Repubblica di Malta, sfuggendo così a qualsiasi controllo dell’Amministrazione fiscale italiana. Gli apparecchi, dotati di sofisticati congegni tecnici potevano essere immediatamente “resettati”, interrompendo il collegamento con la piattaforma di gioco maltese, in occasione di eventuali controlli ispettivi delle Forze di Polizia. Nello specifico, sono state eseguite 7 misure cautelari personali (arresti domiciliari) ed è stato effettuato il sequestro di 14 sale da gioco, 10 immobili, 7 autovetture, quote societarie di 8 persone giuridiche nonché di somme depositate su oltre 30 conti correnti, nella disponibilità degli indagati e di una società maltese, per un valore complessivo di 8.417.000 euro.

“Outsider”, le indagini condotte dalla Compagnia di Ragusa che hanno disvelato l’esistenza di un sistema illecito, costituito da una rete di imprenditori che presso le diverse agenzie o sale giochi, utilizzando insegne di società di raccolta di scommesse autorizzate in Italia e per tale ragione anche in possesso delle autorizzazioni di Pubblica Sicurezza, hanno raccolto giocate a favore di siti esteri, non autorizzati ad operare nel territorio nazionale. In particolare, la ricostruzione del giro d’affari, effettuata sulla scorta della documentazione sottoposta a sequestro nel corso delle perquisizioni locali, delegate dalla Procura della Repubblica di Ragusa, nei confronti di esercizi commerciali (tra cui agenzie di scommesse sportive, bar, sale gioco e biliardo) ed abitazioni private, site in diverse località della Sicilia e della Campania, ha consentito di rilevare significative movimentazioni di denaro, raccolto nella attività di scommesse, pari a circa un milione di euro in soli 8 mesi, che i vertici dell’organizzazione, individuati in un’agenzia di scommesse di Ragusa, hanno provveduto a frammentare e trasferire a favore del bookmaker estero ubicato nell’isola di Malta. All’esito delle indagini sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria 15 soggetti per esercizio abusivo di attività nel settore del gioco e delle scommesse e sottoposti a sequestro circa 80 personal computer e apparecchiature informatiche, denaro contante e assegni per oltre 113.000 euro, nonché documentazione contenente liste di clienti e somme di denaro giocate.

Infine l’attività eseguita dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli, che ha permesso di individuare e sottoporre a sequestro una spedizione, proveniente dalla Turchia, contenente oltre 62.000 “Gratta e Vinci” contraffatti. In particolare, i menzionati tagliandi, spediti come “depliant e brochure”, in realtà, riproducevano – per colore, grafica e dimensioni – i biglietti delle lotterie istantanee “Il Miliardario”, “Il Miliardario Mega”, “Doppia Sfida”, “Numeri Fortunati”, “100x”, “50x”, “Super 7 1⁄2”, “Super Portafortuna”, “Multibonus”, “Un Turista Per Sempre”, “Battaglia Navale”, “Tris Vincente”, “Uno tira l’altro” e “Buon Viaggio”. La commercializzazione dei “Gratta e Vinci” in parola avrebbe causato una distorsione del mercato del gioco, depauperando le casse dello Stato per un ammontare complessivo di oltre 550.000 euro, mentre gli ignari acquirenti non avrebbero avuto alcuna possibilità di vincita. cr/AGIMEG