Spagna: persi 10.700 posti di lavoro con la crisi dell’industria dei giochi

Il settore del gioco in Spagna occupa in totale 73.924 persone, la maggior parte delle quali ( 40.971) operano nel privato (32.953) i dipendenti del pubblico). E’ il dato che emerge dall’ultimo studio sull’industria del gioco ispanica commissionato dalla Fondazione Codere a due docenti dell’Università Carlo III.
La ricerca evidenzia che negli ultimi cinque anni il numero degli impiegati ( che comprende anche i titolari di rivendite della lotteria) ha registrato un decremento del 20%, pari a 10.700 posti di lavoro. A soffrire è soprattutto il comparto del Bingo che è passato da 15.000 a 9.127 addetti nell’ultimo quinquennio. Il comparto della gestione degli apparecchi da gioco ha registrato un calo del 15,4% e oggi impiega 24.956 addetti. Il casinò ha retto meglio degli altri settori con un calo dell’8%. Questi decrementi sono stati compensati solo in parte con i nuovi posti di lavoro che sono stati creati dall’introduzione sul mercato delle scommesse ( 1335 addetti).
La ricerca evidenzia come il numero degli addetti nel gioco privato sia fortemente condizionato dal fatturato lordo delle imprese e quindi dal margine reale. Da qui la considerazione del fatto che il margine delle imprese ha registrato una forte contrazione, che però risulta essere maggiore rispetto al calo degli addetti. Questo vuol dire che nonostante la crisi le imprese si sono impegnate a mantenere il posto di lavoro ai dipendenti perchè questo vuol dire garantire un buon livello di servizio. A determinare una riduzione degli impiegati è anche però il calo dei consumi, calo che si è registrato soprattutto nel settore dell’intrattenimento. Fattori che non sono stati assolutamente presi in considerazione dall’Amministrazione e dal Governo che ha invece ritenuto di mantenere un elevato tasso di imposte riducendo così il margine delle imprese . Questo ha determinato, di conseguenza, una minore capacità di investimento e quindi di innovazione. cz/AGIMEG