Slovacchia, il presidente Andrej Kiska pone il veto sulla legge che avrebbe dovuto legalizzare il gioco, sollevando una serie di preoccupazioni sulla tutela dei soggetti più deboli. Kiska chiede che ai Governi locali siano riconosciuti maggiori poteri nel decidere quali prodotti possano essere commercializzati, in particolare rafforzando il distanziometro. La legge identifica come luoghi sensibili solamente le scuole, ma il Presidente chiede di tutelare “tutti quei posti designati per esprimere comportamenti religiosi, morali e personali”. Ancora, Kiska vuole iscrivere automaticamente nel registro delle auto-esclusioni tutti i soggetti in stato, e solleva dubbi sul processo di identificazione dei giocatori che aprono un conto: in sostanza i dati sensibili che questi ultimi sono costretti a comunicare agli operatori potrebbero essere utilizzati impropriamente. Inoltre, il Presidente chiede che le tasse e i ricavi del gioco vengano utilizzati per finanziare programmi di contrasto al gioco patologico. Adesso, il testo torna al parlamento che potrà modificare la legge seguendo le richieste del Presidente, oppure superare il veto. Per questo, però, serve il voto dei due terzi dell’assemblea. Secondo i piani del legislatore, gli operatori avrebbero potuto chiedere le licenze per casinò online a partire dal 1 marzo 2019, e quelle per le scommesse dal 1 luglio. lp/AGIMEG