Il titolare di una sala giochi ha presentato un ricorso al Tar della Sardegna per chiedere l’annullamento delle ordinanze del Comune con le quali è stata disposta la chiusura temporanea, rispettivamente per i diversi periodi di tempo ivi indicati nelle singole ordinanze, dell’attività, per violazione delle Ordinanze sindacali n. 19 del 28/04/2017 e n. 32 del 26/6/2017 con il quale è stata accertata la violazione dell’obbligo di rispetto degli orari di accesso agli apparecchi da gioco.
Il Collegio ha precisato che “nella materia dei giochi e delle scommesse lecite sussistono, oltre agli interessi tipicamente privati sopra evidenziati, una pluralità di interessi pubblici e generali, che possono essere individuati in quello dell’interesse economico – finanziario ed alla corretta gestione della concessione; in quello alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, finalizzato alla prevenzione dei reati, ricollegabile all’autorizzazione questorile; in quello alla quiete pubblico ed alla tutela della salute e più in generale complessivamente ad un ambiente cittadino salubre.
Premesso questo “deve riconoscersi la necessità, sotto il profilo logico – sistematico, che la reiterata violazione della disciplina sindacale degli orari di apertura delle sale da gioco e di funzionamento degli apparecchi con vincite in danaro, sia accompagnata da una misura ulteriore e diversa dalla sanzione pecuniaria: una misura, cioè, di cura diretta dell’interesse pubblico, che prescinda dal soggetto e che guardi all’oggetti, e che vada ad incidere direttamente e immediatamente sull’attività (del gioco e del funzionamento degli apparecchi di gioco), sospendendola per un tempo ragionevole, adeguato e idoneo“.
Per questi motivi il Tar della Sardegna ha rigettato il ricorso e confermato la validità dei provvedimenti impugnati. lp/AGIMEG