Slot, sei anni di reclusione al Re delle slot per aver truffato oltre 1 milione di euro allo Stato

È stato condannato a sei anni di reclusione dal Tribunale di La Spezia Paolo Poggianti, il “Re delle Slot”, al quale sono stati anche confiscati un immobile ed un conto corrente che sarebbe servito per rientrare di un ammanco di imposta di 1 milione e 400 mila euro. Il 45enne spezino, amministratore della società Mondo Automatico, era stato uno dei primi ad immettersi nel mondo degli apparecchi da intrattenimento esportandoli addirittura in Brasile. Dai calcoli dei militari delle Fiamme Gialle l’ammanco si aggira intorno a 1 milione e 400 mila euro, sembra dunque che il piano architettato da Poggianti e i suoi risultasse molto redditizio. Il tutto consisteva nel clonare il software dagli apparecchi da intrattenimento in modo tale che gli incassi non venissero registrati, in questo modo si poteva sottrarre la parte spettante ai Monopoli di Stato. Da quanto emerso dalle indagini, è stato dimostrato che veniva dichiarato solo un decimo di quanto venisse realmente incassato: solo in questo modo si poteva versare allo Stato una quota decisamente inferiore di quella che realmente gli sarebbe spettata. La Guardia di Finanza è riuscita a dimostrare la truffa grazie alle scatole nere presenti negli apparecchi che registrano tutte le puntate dei giocatori. Analizzando solo 4 delle slot machine messe sotto sequestro nel 2009, i militari calcolarono che gli incassi dichiarati erano inferiori di 400 mila euro, e proprio a quel punto la Procura decise di mettere i sigilli a 196 slot machine facenti capo alla società Mondo Automatico e Mg Matic. Le otto persone originariamente coinvolte nella vicenda, molti dei quali dipendenti della società Mondo Automatico, già in udienza preliminare decisero di patteggiare la pena, chiamandosi fuori dalla vicenda. Tuttavia la pronuncia dei giudici spezzini non sembra aver messo ancora fine alla controversia, infatti i legali dei condannati si sono detti già pronti ad un ricorso alla Corte d’Appello di Genova. mdc/AGIMEG