Il Piemonte spegne le slot? Nessun problema, i giocatori si spostano in Lombardia, e i bar e le sale a ridosso del confine stanno già incassando il doppio delle giocate. “Abbiamo sei macchinette e da quando in Piemonte c’è la nuova legge il nostro giro d’affari è cresciuto: prima incassavamo 30mila euro ogni quindici giorni, l’ultima volta ne abbiamo contati 58 mila” racconta ad esempio Zhang Shuzhou, titolare del Cin Cin Bar all’ingresso di Gravellona Lomellina, il primo comune lombardo lungo la Novara-Mortara. E un avventore conferma che da qualche settimana è costretto a fare il pendolare per qualche partita alle slot: “Io sono di Borgolavezzaro e da due settimane vengo qui. A Novara sono rimaste aperte solo le sale gioco e io lì non ci vado, sono posti da malati”. E un altro aggiunge: “Siamo come Italia e Svizzera. I giocatori di fuori ormai li conosco. Li vedo tutte le mattine. E la sera per l’aperitivo”. Anche perché ad esempio a Novara le slot rimaste sono davvero pochissime: “In città è stato spento il 92% delle macchinette” conferma l’assessore al Commercio di Novara Franco Caressa, in un articolo pubblicato sulla Stampa del 7 gennaio. “Chi ha provato a sgarrare, nei primi giorni, è stato subito sanzionato”. Il giro di vite della Regione Piemonte per il momento sembra aver colpito solamente gli esercenti e gli imprenditori della regione: “Avevo quattro slot ma a novembre le ho dovute togliere” racconta Mario Degno, titolare dell’Antica osteria della stazione di Garbagna novarese. “Incassavamo 40 mila euro, e ce ne rimanevano in tasca duemila che ci aiutavano a pagare l’affitto e le bollette. Qualche cliente con cui sono in confidenza mi ha raccontato che adesso va nel Vigevanese. E non parlo di giocatori incalliti, ma di gente che si giocava il resto della bevuta aspettando l’ora di cena”. Yang Saihua, proprietaria con il marito del bar Cristallo, conferma “Siamo qui da otto anni e le ultime settimane sono state uno schifo. Vanno tutti a Mortara e io ho perso il 30-40% dell’incasso”. Lo stesso scenario lo dipinge anche Davide Battocchio, di Cameri, titolare di una sala da gioco e soprattutto di una ditta di noleggio : “Il protezionismo a macchia di leopardo crea solo confusione. Nel Novarese avevo 56 clienti e adesso me ne sono rimasti cinque. Ho dovuto lasciare a casa due dipendenti”. lp/AGIMEG