Il meccanismo di restituzione del deposito cauzionale degli apparecchi da intrattenimento non rappresenta un aiuto di Stato, in sostanza perché non vengono impiegate risorse pubbliche. E’ la conclusione cui giunge la Commissione Europea, respingendo la denuncia presentata nel 2017 da alcuni gestori degli apparecchi. In sostanza questi ultimi sostengono che il meccanismo di restituzione avvantaggerebbe i concessionari, consentendo loro di incamerare somme che in realtà dovrebbero essere restituite loro. La convenzione di concessione prevede che i concessionari della rete versino ogni anno – a titolo di deposito cauzionale – lo 0,5% della raccolta effettuata. Questa somma verrà loro restituita l’anno successivo nel caso in cui raggiungano determinati livelli di servizio. I concessionari però – in forza dei contratti che stipulano con i gestori – “scaricano” su questi ultimi il peso del deposito: in pratica sono i gestori (ovvero i titolari delle macchine che poi le istallano nei vari locali) a versare ai concessionari lo 0,5%, e questi poi versano la cauzione. “La denuncia” riassume adesso la Commissione Europea, “sembra individuare il vantaggio nel fatto che il concessionario non rimborsa la porzione del canone di concessione versata dai proprietari-gestori che corrisponde all’importo del deposito cauzionale che lo Stato restituisce”. E questo meccanismo finirebbe per avvantaggiare i concessionari a danno dei gestori. Tuttavia, per la Commissione questo vantaggio: “non è imputabile allo Stato né risulta finanziato con risorse statali”. Infatti, “gli importi che i concessionari chiedono ai proprietari-gestori non possono essere considerati imputabili allo Stato. In effetti, essi fanno parte di contratti privati tra i concessionari e i proprietari-gestori e lo Stato non impone in alcun modo ai concessionari la retribuzione che questi richiedono ai terzi”. Di conseguenza, “il contenuto del rapporto contrattuale tra i concessionari e i proprietari-gestori, compreso il fatto che nell’ambito di tale contratto i concessionari chiedono ai proprietari-gestori un importo pari al deposito cauzionale che essi devono versare allo Stato, non è imputabile allo Stato”. Inoltre, “gli importi versati dai proprietari-gestori non possono essere considerati risorse statali, non avendo lo Stato (AAMS) mai esercitato alcun controllo su di essi”. Ma la Commissione sottolinea anche che il meccanismo deldel deposito cauzionale non sia nemmeno particolarmente vantaggioso per i concessionari: “rappresenta essenzialmente un’opzione che è più sicura per lo Stato e relativamente più onerosa per i concessionari, rispetto ad un sistema sanzionatorio che preveda che i concessionari paghino un’ammenda corrispondente all’importo del deposito cauzionale qualora non ottemperino agli obblighi previsti”. I concessionari infatti “procedono al pagamento anticipato del deposito” e “lo Stato non versa alcun interesse”. Se si tiene conto del tasso di inflazione, i concessionari “ricevono in effetti un importo inferiore a quello versato allo Stato”