Slot, Consiglio di Stato: “No a nuovo procedimento contro fasce orarie accensione apparecchi Roma”

“La sentenza impugnata non ha affatto male interpretato i documenti depositati da Roma Capitale in primo grado, atteso che da quelli risultava evidente il dato allarmante dell’aumento del numero dei pazienti affetti da GAP trattati nel territorio comunale (e regionale) nel corso degli anni”. Con questa motivazione il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile il ricorso per revocazione presentato da una sala giochi della Capitale, che aveva chiesto un nuovo procedimento, dopo la sentenza del giugno 2020, che aveva confermato la legittimità dell’ordinanza capitolina che limita il funzionamento degli apparecchi da gioco nelle fasce orarie dalle 9 alle 12 e dalle 18 alle 23.

Per i giudici di Palazzo Spada non sussistono dunque gli elementi per riaprire il caso, mentre la parte ricorrente asseriva che “la sentenza avrebbe errato nel considerare irrilevante la concertazione fra il Comune e ADM circa le fasce orarie di interruzione quotidiana del gioco” e che “la sentenza revocanda sarebbe viziata da una svista percettiva in relazione al rilevato aumento del numero di esercizi e della raccolta monetaria“.

Non sussiste vizio revocatorio quando si lamenta un’asserita erronea valutazione delle risultanze processuali o una anomalia del procedimento logico di interpretazione del materiale probatorio”, specifica il CdS, che dunque “definitivamente pronunciando sul ricorso per revocazione lo dichiara inammissibile”. cr/AGIMEG