Slot, Consiglio di Stato difende distanziometro di Malé (TN): “Strumento legittimo per tutelare i più vulnerabili”

Il titolare di un bar, al cui interno erano state installate delle slot, ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato per chiedere la riforma della sentenza del Tar di Trento che aveva confermato la validità del provvedimento dell’amministrazione comunale di Malè con cui è stata prevista la rimozione degli apparecchi per il mancato rispetto della distanza minima da un luogo sensibile.

Il Collegio, in primo luogo, ha ribadito che sono “legittimi i limiti alla collocazione nel territorio delle sale da gioco e degli apparecchi per gioco lecito, in ragione della finalità di dette limitazioni a tutelare soggetti “ritenuti maggiormente vulnerabili, o per la giovane età o perché bisognosi di cure di tipo sanitario o socio assistenziale”. Tale ratio risulta, peraltro, condivisa dalla giurisprudenza costituzionale, che ha messo in rilievo come si tratti di norme che mirano alla tutela di soggetti ritenuti più fragili, prevenendo le conseguenze sociali del fenomeno del gioco compulsivo”.

Per cui, il Consiglio di Stato ha stabilito che “non può essere condivisa la tesi degli appellanti circa il contrasto della legge provinciale 22 luglio 2015 n. 13 con l’art. 41 Cost., né, tanto meno, possono esserlo i dubbi dai medesimi prospettati a proposito della stessa funzionalità del distanziometro rispetto al raggiungimento dell’obiettivo del contrasto alla ludopatia, dubbi che, invero, si collocano in insanabile contrasto con la consolidata giurisprudenza appena richiamata e che, in ogni caso, non evidenziano alcun concreto profilo di oggettiva irragionevolezza nell’esercizio della discrezionalità del legislatore“.

Per questi motivi il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso e confermato la legittimità del provvedimento impugnato. ac/AGIMEG