La Seconda Sezione del Consiglio di Stato ha chiesto di respingere il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro le fasce orarie adottate dal Comune di Verona. Nell’articolato parere, i giudici di Palazzo Spada difendono il provvedimento sotto vari profili, e in particolare affermano che “il Comune di Verona ha svolto una approfondita istruttoria sul fenomeno del GAP nel Comune di Verona e ciò è dimostrato dalla numerosità e dall’accuratezza dei dati riportati nelle prime due pagine del provvedimento”. Inoltre, secondo il Collegio è perfettamente legittima la scelta di frazionare l’orario di accensione delle slot: si tratta infatti “di accorgimento regolatorio che disincentiva soprattutto le fasce più giovani, e quindi più deboli, di utenti e, sotto questo profilo, detta limitazione supera il test di proporzionalità”. Inoltre “la riduzione degli orari di apertura delle sale pubbliche da gioco è una delle molteplici misure delle quali le autorità pubbliche possono avvalersi per contrastare le ludopatie in termini di obiettivo da raggiungere che è quello del disincentivo piuttosto che quello della eliminazione del fenomeno”. Il Consiglio di Stato infine non ravvisa nessuna lesione del diritto di iniziativa economica: “la ricorrente ha offerto, come sarebbe stato suo onere, convincenti elementi di prova, anche di carattere estimativo” per dimostrare che vi sia un nesso tra le limitazioni orarie e la redditività dell’impresa “fino al limite della non convenienza economica”. rg/AGIMEG