SiGMA Europe 2024, Barbara Beltrami (Kindred Group) ad AGIMEG: “Quello italiano è una sorta di Champions League come mercato sul gioco regolamentato, ma ci sono ancore troppe incertezza e complessità per chi decide di investire. Gioco online attaccato in maniera pretestuosa. Con le nuove regole non conviene puntare sui PVR”

In occasione del SIGMA Europe 2024 di Malta è intervenuta in esclusiva ai microfoni di AGIMEG Barbara Beltrami, Country Manager di Kindred Group per l'Italia

dai nostri inviati – Il SiGMA Europe 2024 di Malta è un appuntamento internazionale molto atteso dagli operatori di tutto il mondo. Tra gli operatori più importanti presenti alla manifestazione c’è Kindred Group. Sull’importanza del mercato italiano, le sue complessità, l’evoluzione del gioco online e la questione PVR ne ha parlato, in una esclusiva intervista rilasciata al direttore di Agimeg Fabio Felici, Barbara Beltrami Country Manager di Kindred Group per l’Italia.

Abbiamo accolto con entusiasmo il fatto che in un mercato così grande, così importante, che si avvicina a diventare il primo mercato in Europa anche nell’online, si sia voluto dare un segnale. Operatori grandi in grado di fare investimenti, capaci di costruire infrastrutture. Il problema non è legato al costo maggiore o al fatto di voler creare un mercato più solido e di conseguenza più stabile, ma ci aspettavamo che insieme a questo ci fossero una serie di regole rispetto ad aspetti che oggi restano poco chiari e che invece sarebbe opportuno, in uno scenario di questo tipo e di fronte ad investimenti del genere, risolvere“.

Mi riferisco in particolare all’aspetto del marketing. Sappiamo, infatti, che stiamo ancora operando in un regime di advertising ban, dove possiamo fare delle attività, ma ancora non è chiaro su cosa possiamo fare online, come possiamo lavorare a livello di branding. Mi aspettavo, insieme a questa nuova era del gioco online in Italia, dei punti e delle regole più chiare su questo, proprio per permettere ad operatori come noi di pianificare strategie e investimenti in modo più continuo e concreto“.

Il gioco online viene accusato spesso di favorire il gioco problematico, ma senza dati concreti che possano avvalorare tale tesi

Dal mio punto di vista quando vengono fatte delle regole è perché c’è una necessità. Altrimenti si aggiungono complicazioni per un’azienda quando magari non ce n’è bisogno; costi e investimenti dove il problema non sussiste. Sappiamo bene che tuttoBarbara Beltrami Kindred Group questo a livello commerciale e a livello aziendale non è sostenibile. Io non ho mai visto un rapporto che dia dei dati certificati su quello che è l’impatto del gioco problematico sul gioco online. Abbiamo una quantità di strumenti di limitazione che altre realtà non hanno, operiamo in un ambito in cui c’è un’altissima attenzione alla sicurezza del giocatore. Per questo ritengo che oggi, anche in base ai dati delle aziende, l’impatto del gioco problematico sull’online è praticamente quasi pari a zero, perché lo preveniamo molto bene. Aggiungere regole quando non ce n’è bisogno non ha senso. Fateci vedere i dati prima di contestare“.

Come viene visto dall’estero il mercato italiano?

I numeri parlano da soli. Un mercato in continua crescita, nonostante i “colpi” che noi operatori abbiamo dovuto subire. C’è grandissimo interesse e, visto che siamo in tema di gioco, si parla dell’Italia come una sorta di Champions League in tema di gioco regolamentato. Bisogna però anche sottolineare che l’incertezza a livello regolatorio e la complessità a livello di compliance lo rendono allo stesso tempo anche un po’ troppo complicato“.

Uno degli argomenti caldi in questo momento in Italia è la questione PVR, i Punti Vendita Ricariche

Abbiamo iniziato ad esplorare tale aspetto. Il PVR può essere una soluzione aggiuntiva, qualcosa per implementare il nostro business model. Alla luce di quanto emerso negli ultimi giorni, la risposta però è sempre più tendente al no. La sensazione è che si voglia regolamentare, ma forse in modo non funzionale per quello che è oggi il mercato dei PVR. O lo fai o non lo fai, se decidi di farlo, dai la possibilità agli operatori di poter lavorare veramente“.

IL VIDEO CON L’INTERVISTA