Al Senato, l’Aula ha approvato, con 164 voti favorevoli, 121 contrari e 3 astensioni, la proposta di risoluzione n. 1 sulla NaDef 2020 (Doc. LVII n. 3-bis) e, con 165 voti favorevoli, 3 contrari e 121 astenuti, la proposta di risoluzione n. 100 sull’annessa relazione al Parlamento, predisposta ai sensi dell’articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (scostamento di bilancio). “Il MEF è una delle più strategiche e funzionali sale macchine del sistema: arrivi se ne fai parte e se ne accetti le regole. Il MEF serve per il sistema, non per l’economia reale, per le famiglie e per i lavoratori. Da quando siamo entrati nelle logiche europee, lo è ancora di più e anche questa Nota di aggiornamento è funzionale a questi incastri di giochi finanziari, dove al popolo lasciate le briciole, vendendole come un successo e i dati lo dimostrano: nove milioni di cartelle esattoriali pronti a sbranare piccole e medie imprese e famiglie, imprese non pagate dalla pubblica amministrazione; regole sempre più assurde nel settore della ristorazione, dell’artigianato, del commercio; sistema del credito lontano anni luce dalle imprese; pressione fiscale inversamente proporzionale, politiche elusive per le multinazionali – vi informo che non fanno transazioni in contante, anzi; altro che lotteria degli scontrini – e pressing fiscale sulle piccole imprese”, ha detto in Aula il senatore Paragone (Misto). “Oggi, con il nuovo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri tutta l’economia che ruota attorno a matrimoni, viaggi d’istruzione, bar, attività di ristorazione con le chiusure anticipate, e a tutto l’indotto dello sport dilettantistico, è fortemente danneggiata. A ciò si sommano i problemi del turismo, della cultura, del commercio al dettaglio: quei settori che, fino a quando non sarà sconfitto il coronavirus, vivranno sulla soglia di galleggiamento”, ha aggiunto Steger (Aut (SVP-PATT, UV)). “Per quanto riguarda i settori rimasti indietro, mi viene da pensare subito al turismo, all’industria del divertimento, alle sale da ballo, alla ristorazione, ai bar e ai pub. Queste attività sono quelle che maggiormente patiscono restrizioni e chiusure. Quindi, per loro dobbiamo fare qualcosa veramente di universale che possa dare sostegno perché non possiamo perdere l’industria del turismo, che frutta il 17 per cento del PIL. Effettivamente qualcosa in più da questo punto di vista va fatto e sono sicuro che il nostro Governo lo farà, ce lo porterà in Aula e noi lo voteremo”, ha detto Pesco (M5S).
“Nel 2020 le imposte indirette scenderanno dell’11,5 per cento. Tra le contrazioni più significative si evidenziano quelle registrate dall’IVA sugli scambi interni, per effetto del calo dei consumi; dalle entrate da giochi per effetto della sospensione delle attività durante il periodo di lockdown; e dall’imposta di registro a causa dei cali osservati nelle compravendite immobiliari. Nel 2021, si prevede un rimbalzo del 10,9 per cento mentre nel biennio successivo si ipotizza un ritmo di crescita media annua di circa il 2,6 per cento. L’andamento non sconta più, come già chiarito, gli aumenti IVA e accise, i quali sono stati definitivamente cancellati dalla legislazione vigente. Nonostante ciò, il rapporto del gettito tributario/PIL atteso nel 2021 e 2022 (rispettivamente 29,5 e 29,2 per cento) risulta più elevato rispetto alla previsione della NADEF 2019 (rispettivamente 29,3 e 29 per cento), confermando una certa resilienza delle entrate tributarie alla crisi sanitaria ed economico-sociale in atto”. E’ quanto si legge nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) 2020. “A completamento della manovra di bilancio 2020-2022, il Governo dichiara quali collegati alla decisione di bilancio: (…) DDL riordino settore dei giochi”, conclude. cdn/AGIMEG