“Le organizzazioni criminali non avanzano più richieste estorsive in senso tecnico ma, stante la crisi di liquidità innescata dall’emergenza sanitaria, avvicinano l’imprenditore offrendosi di salvare l’azienda e chiedendo, in cambio, di partecipare all’attività di cui, progressivamente, assumono il totale controllo. Tale sviluppo delle modalità operative utilizzate dalle associazioni criminali si affianca alla commissione di altri delitti, tipici delle dette consorterie: usura, estorsione, traffico di stupefacenti, caporalato, gestione illecita dei rifiuti, prostituzione, gioco illegale, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”.
E’ quanto si legge nella Relazione conclusiva della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere pubblicata al Senato.
“Sono state citate le operazioni « Vento di scirocco » e « Shoes » . La prima ha determinato l’arresto di esponenti di famiglie catanesi, palermitane e trapanesi per evasione dell’IVA e delle accise sugli idrocarburi, realizzata con il meccanismo delle frodi carosello; la seconda, del 4 maggio 2020, ha avuto, invece, ad oggetto la famiglia catanese dei Santapaola-Ercolano. Le evidenze investigative hanno consentito di accertare lo svolgimento da parte di detto clan del traffico di sostanze stupefacenti e dell’attività di gestione di scommesse clandestine e giochi illegali on-line; la presenza di insediamenti a Malta, sede di società di gestione del gaming; i rapporti con il clan Gambino di New York, con sodalizi albanesi operanti nei Balcani e con i cartelli messicani”, aggiunge.
“La camorra è caratterizzata da dinamiche complesse per la presenza di una pluralità di gruppi e di equilibri criminali in costante evoluzione. Nell’area del napoletano coesistono clan storici, sopravvissuti alle guerre di camorra, e gruppi meno strutturati, formati da generazioni giovani alla ricerca di una propria affermazione. Sono stati indicati, tra i gruppi di spicco, l’alleanza di Secondigliano, attiva nell’area del centro di Napoli fino a Giugliano, dedita al traffico di stupefacenti, al commercio di prodotti contraffatti e all’ingerenza negli appalti pubblici ed il clan Mazzarella nel centro-est di Napoli. Nel casertano è radicata la presenza dei casalesi dediti a estorsioni, usura, traffico di droga, gioco di azzardo e scommesse clandestine (gaming e betting)”, aggiunge.
“Le triadi cinesi hanno utilizzato le diverse forme del gioco di azzardo per riciclare denaro illecito, ma altresì utilizzato mezzi tradizionali con il materiale trasporto di valuta”, continua.
Il generale Giuseppe Zafarana, Comandante generale della Guardia di Finanza, in audizione ha sottolineato “l’importanza del sistema di fatturazione elettronica che consente di cogliere elementi di anomalia nei rapporti commerciali: l’analisi dei dati investigativi, infatti, evidenzia una spiccata propensione delle associazioni all’evasione dell’IVA e delle accise, alle frodi IVA con utilizzo di società cartiere, alla gestione dei giochi e delle scommesse clandestine su piattaforme on line, illeciti dai quali discende un mancato gettito erariale. Le attività connesse al gioco, nelle sue varie forme, sono state esaminate dal IV Comitato « Influenza e controllo criminale sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme » e le risultanze dello studio e degli approfondimenti svolti costituiscono un capitolo della presente relazione”.
Il Direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli di Stato (ADM), dottor Marcello Minenna, in ordine ai giochi, “ ha affermato che la pandemia ha cambiato i parametri di vigilanza in quanto la chiusura del gioco legale ha portato all’incremento del gioco illegale per almeno 35 miliardi di euro. È stato istituito, nel 2020, il Comitato per la prevenzione e la repressione del gioco illegale, la sicurezza del gioco e la tutela dei minori (CoPReGI) che consente all’Agenzia di entrare in sinergia con la Guardia di Finanza, i Carabinieri e la Polizia di Stato per coordinare le operazioni di repressione del gioco illegale e monitorare la legalità sul territorio. Come già detto, le attività connesse al gioco sono state esaminate dal IV Comitato e sono oggetto di separato capitolo della presente relazione”.
Il Prefetto di Palermo “quali settori di influenza di cosa nostra ed ambiti di operatività di imprese raggiunte da provvedimenti interdittivi sono stati indicati dal Prefetto quello delle slot-machine e delle attività in concessione legate ai Monopoli di Stato (gioco d’azzardo), quello degli stabilimenti balneari su aree demaniali, quello della grande distribuzione di merci e carburanti, così come il settore vitivinicolo, quello dell’energia rinnovabile – settore quest’ultimo nel quale sono state riscontrate cointeressenze con la ‘ndrangheta e con soggetti mafiosi della provincia di Trapani – dei rifiuti e dei contributi in agricoltura”.
“Tra i numerosi interessi di cosa nostra trapanese rappresentati dal Prefetto è stato indicato, come maggiormente qualificante, quello che attiene al profilo economico imprenditoriale, essendo stato evidenziato come l’organizzazione mafiosa abbia saputo individuare ambiti innovativi e fortemente remunerativi dell’economia legale per investirvi le proprie risorse e, più in genere, da porre al centro delle proprie attenzioni criminali. Tra essi, sono stati segnalati oltre a quelli già indicati, il settore del trattamento di rifiuti speciali, quello della produzione di energie alternative e rinnovabili (a cui è strettamente connessa l’acquisizione di terreni necessari per richiedere i finanziamenti comunitari), ma anche quello delle scommesse e dei giochi online”, aggiunge.
“È stato sottolineato come i protocolli di legalità, che prevedono la cooperazione tra settore privato e pubbliche autorità, rappresentino un utile strumento per rafforzare l’azione di prevenzione e il contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore dei contratti di lavori, servizi e forniture. L’azione sinergica dei soggetti coinvolti è volta, da un lato, a diffondere la cultura della trasparenza ed il rispetto delle regole, dall’altro, a favorire lo sviluppo dell’economia legale attraverso la generalizzata richiesta di informazioni antimafia a prescindere dagli importi in gioco”.
“Si è descritto l’interesse della criminalità organizzata nell’eolico, nella distribuzione del calcestruzzo, nella grande distribuzione, nei settori dei giochi e delle scommesse, delle vendite immobiliari, specialmente alle aste fallimentari, e in quello degli appalti. Il reato più diffuso è l’intestazione fittizia di beni finalizzata all’elusione delle misure di prevenzione”, continua.
Il 22 giugno 2022 la Commissione ha audito, in seduta plenaria, il dottor Carmelo Zuccaro, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catania. “I sodalizi mafiosi che una volta si contrapponevano in maniera cruenta sul piano militare oggi tendono a fare affari insieme e a realizzarli nel modo migliore possibile attraverso una pace concordata tra loro. L’unica concorrenza visibile si coglie sul piano commerciale e imprenditoriale, mirando i vari gruppi all’acquisizione del maggior numero di imprese e dei servizi concessi in appalto dalle amministrazioni comunali. In questa direzione i sodalizi mafiosi catanesi sono riusciti a fare cartello non solo nel settore del traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ma anche nella gestione del gioco d’azzardo e delle scommesse online”.
“Altri settori caratterizzati da evidenti segnali di infiltrazione mafiosa sono quelli che si occupano del trasporto su gomma che, come detto, costituisce uno dei più importanti in Sicilia per la commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli destinati ai mercati continentali e quello del gioco online, anch’esso particolarmente redditizio e proficuo a fronte di scarsissimi rischi, anche in termini di sanzione penale”.
“Secondo quanto emerso dalle audizioni e dalla documentazione acquisita in occasione della missione, tra i settori criminali di maggiore interesse per le consorterie della provincia di Messina vi sono senz’altro il traffico ed il commercio di sostanze stupefacenti sul territorio, che rappresentano una fonte di arricchimento illecito indispensabile per far fronte ai minori introiti delle attività estorsive (i cui proventi risultano ridotti per la crisi economica che ha investito le piccole e medie imprese); ìl ricorso alle truffe in danno dell’AGEA per l’indebito accaparramento dei finanziamenti europei all’agricoltura che, soprattutto nell’area del Parco dei Nebrodi, costituisce una notevole fonte di arricchimento e uno strumento per affermare il controllo del territorio. Esso ha rappresentato negli ultimi anni un settore di intervento ampiamente privilegiato dalle associazioni criminali per l’elevata remuneratività che lo caratterizza e per la esposizione a bassi rischi. Analoghe le caratteristiche del settore del gioco e delle scommesse on line, anch’esso risultato fortemente permeato ed inquinato dalle organizzazioni mafiose”.
“Sempre nella medesima area della città di Messina è stata condotta nel luglio 2017 l’operazione « Beta » da parte dei Carabinieri del R.O.S. che ha evidenziato l’esistenza di un sodalizio mafioso facente capo alla famiglia « Romeo Santapaola » – diramazione sul territorio messinese della fami glia di cosa nostra catanese « Santapaola-Ercolano » – capace di collocarsi in posizione sovraordinata rispetto ai clan cittadini messinesi. Secondo l’impostazione accusatoria, tale gruppo criminale, diretto da esponenti legati da stretti rapporti familiari con il noto capomafia B. S., pur continuando a mantenere i contatti con l’originario clan etneo, si è consolidato sul territorio messinese con una propria struttura, con propri accoliti ed una notevole capacità di infiltrazione nelle attività economiche, lecite e illecite, del capoluogo, ivi compreso il lucroso settore dei giochi e delle scommesse”.
“L’operazione « Galassia » ha dimostrato la capacità della ‘ndrangheta di costituire società per operare nel settore delle scommesse: non solo di gioco clandestino, ma anche di gioco legale, attraverso la costituzione di società a Malta. L’operazione si è conclusa con l’arresto dei responsabili grazie all’emissione di un mandato di arresto europeo”, continua.
“Diverse inchieste condotte negli ultimi anni hanno portato all’evidenza della cronaca l’esistenza, all’interno del ‘sistema casertano’, dei cosiddetti ‘imprenditori camorristi’, capaci di inserirsi negli appalti per la realizza zione di opere pubbliche, il più delle volte avvalendosi della complicità degli amministratori locali, ma capaci anche di monopolizzare la gestione di interi settori, fra cui quello dello smaltimento illecito dei rifiuti e del gioco illegale”.
“Tra le varie componenti, o fazioni, del cartello del clan dei Casalesi, quella degli Schiavone si mantiene egemone nei territori di influenza (Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa e agro aversano) attraverso una struttura coesa ed unitaria che affida la reggenza al sodale libero più autorevole e si basa sulla fedeltà degli altri gruppi federati. Oltre che per i settori illeciti tradizionali, è confermato l’interesse degli Schiavone per quello del gioco e delle scommesse – ove il clan opera mediante complessi meccanismi di interposizione fittizia – per quello agroalimentare, e, diversamente che nel passato, per il traffico di stupefacenti”.
“A parte sistemi più raffinati di penetrazione nel tessuto economico sociale, le consorterie criminali continuano a trarre i propri profitti dallo spaccio di sostanze di stupefacenti, dal contrabbando di tabacchi lavorati esteri, dal gioco illegale, dalle estorsioni, dall’usura”.
“Le organizzazioni criminali cercano poi di reinvestire i proventi del narcotraffico in attività lecite, in particolare negli esercizi di giochi e scommesse, che rappresentano un canale utile per ripulire il denaro. Il metodo utilizzato è diverso a seconda dei territori: spesso si ricorre alla gestione attraverso prestanome dei centri di gioco e scommesse, talvolta si impone ai gestori dei centri scommesse il noleggio delle apparecchiature da soggetti vicini all’organizzazione criminale. Secondo le stime, necessaria mente approssimative, il fatturato complessivo del gioco d’azzardo nella provincia avrebbe superato già da qualche anno il valore di 700 milioni di euro”.
Provincia di Bolzano
“La situazione generale dell’ordine e della sicurezza pubblica, di cui si è già sopra riferito, è stata caratterizzata da un tasso di riduzione dei reati a partire dal 2018, mentre resta alto l’allarme per i furti nelle abitazioni e negli alberghi, per le truffe on-line con fraudolenta vendita di beni e servizi, per il gioco d’azzardo, a fronte di una intensificata attività di prevenzione e monitoraggio svolta dagli organi di polizia e di un controllo sociale operato dagli stessi cittadini”.
“Il Direttore della Agenzia delle Dogane di Bolzano, dottor Girardello, ha ricordato, preliminarmente, che l’ADM è una forza civile, con compiti di polizia giudiziaria, che rilascia una serie di autorizzazioni (per i punti gioco, i tabacchi, le distillerie, dazi, accise e punti doganali). Il piccolo aeroporto di Bolzano è internazionale, vi è un valico terrestre verso la Svizzera e ha lamentato che non si riescano ad effettuare i controlli sui valichi intracomunitari, rimarcando che l’Alto Adige, regione ricca, produttiva, con tecnologie avanzate, è attrattiva per le associazioni criminali o mafiose alle quali interessano ricavi e profitti. Ha evidenziato, nell’ambito dei reati accertati, i « caroselli fiscali », l’elusione delle accise per i prodotti energetici e, soprattutto, l’evasione dell’IVA. Pur in presenza di un numero esiguo di personale, con riferimento ai giochi privati on line, l’ufficio doganale sta effettuando comparazioni tra il reddito dichiarato del giocatore e le cifre giocate verificando, in alcuni casi, una notevole sperequazione tra redditi dichiarati e somme puntate al gioco; i controlli effettuati sulle sale giochi hanno altresì consentito di accertare che, sovente, i sigilli vengono alterati o rotti”.
Il Lazio
“La camorra è presente a Roma fin dagli anni Ottanta, da quando, a seguito delle faide napoletane tra i Cutolo e gli Alfieri, i boss campani in fuga hanno scelto Roma e il suo territorio per la latitanza e il successivo insediamento. Si sono dedicati all’attività` predatoria, all’usura, al gioco d’azzardo e soprattutto al narcotraffico”.
Il procuratore di Roma “ha spiegato che il fenomeno mafioso nel territorio metropolitano si caratterizza, da un lato, per la presenza ed operatività di esponenti delle mafie tradizionali – soprattutto camorra e ‘ndrangheta, ma anche cosa nostra (attraverso i Rinzivillo di Gela) – che hanno « delocalizzato » nella Capitale le attività dei sodalizi di appartenenza, sia illecite (tra le quali principalmente, il traffico di sostanze stupefacenti), sia apparentemente lecite (come il controllo del gioco e del videogioco o grandi investimenti in settori diversificati secondo ciascuna specializzazione), impiegate come strumenti di riciclaggio”.
Basilicata
“Per il settore degli stupefacenti, la Basilicata, oltre a costituire terra di transito per i traffici delle cosche calabresi e pugliesi, si è confermata essere una significativa piazza di spaccio come attestato dall’incremento di sequestri di droga effettuati in tale regione. Gli altri ambiti nei quali si sono registrate plurime e costanti violazioni delle norme amministrative e penali, confermate dagli esiti delle indagini delle forze di polizia, sono quelli della gestione del ciclo dei rifiuti, dell’ambiente, dell’illecita raccolta di scommesse su eventi sportivi e del gioco d’azzardo, della sicurezza alimentare e nei luoghi di lavoro, nonché del cosiddetto ‘lavoro nero’”.
“Le attività del Comitato sono state sviluppate nell’ambito di un perimetro di analisi tracciato sia dal punto di vista tematico che territoriale, così esplorando l’ambito di azione predatoria delle mafie e, nel contempo, la specificità dei fenomeni territoriali ritenuti di particolare rilevanza o novità. Alla luce di questa premessa, sono emersi i primi aspetti di centrale importanza per il lavoro del Comitato, del resto già risultanti dalle audizioni svolte in plenaria, dalle prime inchieste della magistratura e dall’analisi dei fenomeni: (…) – il lockdown ha posto in serie difficoltà economiche il comparto del « gioco legale », regolato dalle concessioni di Stato, che la prolungata chiusura e l’inasprimento fiscale progressivo degli ultimi anni stanno mettendo a dura prova. La domanda di gioco, al contempo, resta stabile e rischia di spostarsi sul terreno delle gestioni illegali guidate dalla criminalità organizzata”.
“Ad esito dell’inchiesta, il IV Comitato ha predisposto per l’approva zione della Commissione la relazione tematica « Influenza e controllo criminali sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme » nella quale sono stati trattati i seguenti argomenti: il mandato del IV Comitato e le ragioni dell’inchiesta; la documentazione acquista e le audizioni; le linee direttrici dell’inchiesta; la riserva statale sul gioco pubblico e la difesa sociale antimafia; evoluzione storica e giuridica del gioco lecito in Italia; evidenze giudiziarie e nuovi scenari della presenza delle mafie; gioco d’azzardo, volume d’affari, fiscalità e impatto sul territorio; mafie e gioco d’azzardo online, evoluzione storica, tecnologica, organizzativa, pagamenti digitali e cripto valute; il gioco minorile; l’impegno delle associazioni del terzo settore”.
Puglia
“Quando le mafie si rafforzano sul versante imprenditoriale nel proprio territorio lo fanno anche sul versante sociale, soprattutto in termini di scambi di natura particolaristica (così per i posti di lavoro), ma con forti ricadute in termini di macrosistema socio-economico (ad esempio, per i danni che producono in termini di alterazione della libera concorrenza, o per il mancato rispetto della normativa posta a garanzia dei diritti dei lavoratori e a tutela dell’ambiente). Vengono altresì registrati i rapporti con le mafie straniere (ad esempio quelle albanesi) per i traffici internazionali di droga, gli effetti della tradizionale attività estorsiva (che può assumere forme anche difficilmente accertabili in chiave di qualificazione giuridica, laddove sia l’imprenditore, in qualche modo, a « cercare protezione » o ad anticipare le minacce e/o le richieste estorsive), l’usura mafiosa, il gioco d’azzardo e il fenomeno del caporalato che incide gravemente sul piano dei diritti dell’uomo”, aggiunge.
“Altra nota importante è il crescente rapporto tra attività legali e illegali che consta principalmente nell’infiltrazione, da parte dei gruppi criminali, in settori particolarmente lucrativi quale, ad esempio, il gioco d’azzardo. Ulteriore dato allarmante emerso dalle dichiarazioni del capo-reparto della DIA, inoltre, è la capacità di intercettare i contributi pubblici destinati a settori importanti come quello del ricondizionamento degli uliveti; i condizionamenti e lo sciacallaggio nei confronti dell’imprenditoria e l’infiltrazione nel settore sanitario, in quello del gaming e quello edilizio”.
Il procuratore della Repubblica Capristo “ha ricordato come la presenza mafiosa nella città di Taranto si evinca a partire da tre momenti cosiddetti spia dell’attività criminale che riguardano, principalmente, l’usura, l’estorsione e il traffico di stupefacenti, reati ai quali, più di recente, si sono affiancati lo smalti mento illecito dei rifiuti e la gestione criminale del settore del gioco e delle scommesse, che risulta decisamente in crescita negli ultimi anni. In merito al reato di estorsione, per la sola città di Taranto, nel periodo 2018-2019, sono stati iscritti 269 procedimenti”.
Il questore di Taranto, Giuseppe Bellassai, “ha confermato, infine, come il settore delle scommesse sia diventato un canale utile per ripulire il denaro provento di altre attività illecite. Nella sola provincia di Taranto i dati, risalenti al 2017, riferiscono di un importo complessivo di 688 milioni di euro giocati su un totale di 4,5 miliardi per tutta la regione Puglia. La modalità di inserimento in questo mercato da parte delle consorterie mafiose varia. In città si punta alla gestione diretta dei centri scommesse, nella provincia, invece, nell’imposizione ai gestori del noleggio di determinate apparecchiature di gioco da parte di soggetti vicini all’organizzazione. Come ricordato dal comandante provinciale della Guardia di Finanza, Gianfranco Lucignano, accanto ai centri di gioco e scommesse legali si è assistito ad una proliferazione di centri illegali, visto che soltanto nel 2018 ne sono stati individuati 101”. cdn/AGIMEG