“Il 10 marzo 2021 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero dell’economia e delle finanze 3 febbraio 2021, n. 26, recante il regolamento concernente i requisiti di accesso, condizioni, criteri e modalità degli investimenti del Patrimonio Destinato, di cui all’articolo 27 del cosiddetto “decreto rilancio” (decreto-legge n. 34 del 2020); tale decreto sarà vigente a decorrere dal 25 marzo 2021 e rappresenta senza alcun dubbio un passo in avanti per il Patrimonio Destinato al sostegno e rilancio del sistema economico-produttivo italiano, in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19; sul punto si evidenzia che per garantire l’effettiva operatività del processo dovranno essere definiti gli apporti stabiliti con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze (cosiddetto “decreto apporti”, ovvero il decreto con cui sarà emessa la prima tranche di titoli da conferire al Patrimonio destinato per sostenere innanzitutto le imprese con maggiori difficoltà economiche in questo momento) e con il regolamento operativo da deliberarsi da parte di Cassa Depositi e Prestiti; come noto, infatti, i tre pilastri su cui si deve articolare l’intervento del Patrimonio destinato sono: a) gli interventi disponibili fino al 31 dicembre 2021, salvo altre proroghe nel quadro del cosiddetto Temporary Framework della Commissione UE per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, sotto forma di aumento di capitale, prestito obbligazionario subordinato convertendo, prestito obbligazionario subordinato convertibile e prestito obbligazionario subordinato; b) gli interventi a condizioni di mercato, sotto forma di aumento di capitale e prestito obbligazionario convertibile; c) sempre a condizioni di mercato, gli interventi di acquisto diretto o indiretto (questi tramite OICR, Organismi di investimento collettivo del risparmio) e interventi di turn around diretto o indiretto tramite OICR; tale articolazione definisce l’evoluzione a partire dal 2022 del Patrimonio Destinato nel cosiddetto “Patrimonio Rilancio” e conseguentemente una chiara distinzione tra l’iniezione di risorse per consentire alle imprese di sopravvivere a causa dell’emergenza pandemica da COVID-19, ovvero il capitale di salvataggio e l’iniezione di capitale di crescita dove i soggetti operano secondo logiche e dinamiche di mercato; in tale quadro occorre, tuttavia, rilevare che ad oggi non risulta ancora emanato il citato “decreto apporti”, che dovrebbe, invece, essere varato subito per garantire immediato sostegno alle imprese in grave difficoltà economiche, né tanto meno il decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, di cui al comma 18-ter dell’articolo 27 del “decreto rilancio” (che doveva essere emanato entro il 19 luglio 2020), ove si prevede che al conto fruttifero su cui confluiscono le disponibilità liquide del Patrimonio destinato possano affluire anche le disponibilità liquide dei contribuenti che intendano investire i loro risparmi a sostegno della crescita dell’economia reale, rafforzando la capitalizzazione popolare delle imprese. Tale disposizione prevede, poi, che le disponibilità liquide del patrimonio destinato così costituite siano gestite dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., assicurando il massimo coinvolgimento anche delle Società di gestione del risparmio italiane per evitare ogni possibile effetto di spiazzamento del settore private capital; considerato che ad oggi non risulta ancora chiaro un punto centrale per il mercato e lo sviluppo economico del Paese, ovverosia in che termini Cassa Depositi e Prestiti, al netto degli interventi di sostegno delle imprese in crisi, coinvolgerà gli attori del private capital, trasformando a partire dal 2022 l’intervento emergenziale disposto con il Patrimonio destinato in un intervento di crescita con il Patrimonio rilancio, individuando in un Fondo sovrano italiano pubblico-privato, o Fondo dei fondi lo strumento più congeniale per favorire la patrimonializzazione delle imprese, in cui possano confluire anche parte delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), oltre al risparmio privato incentivato”. E’ quanto si legge nell’interrogazione presentata dai senatori FIBP-UDC Ferro, Aimi, Barboni, Berardi, Caligiuri, Cangini, Cesaro, Dal Mas, Damiani, Floris, Gallone, Malan, Mallegni, Masini, Minuto, Modena, Pagano, Papatheu, Paroli, Perosino, Rizzotti, Saccone, Schifani, Siclari, Tiraboschi, Toffanin e rivolta al Ministro dell’economia e delle finanze. I Senatori hanno quindi chiesto “se il Ministro in indirizzo non intenda emanare con la massima sollecitudine il cosiddetto decreto Apporti, per consentire quella iniezione di liquidità necessaria alle imprese ormai al limite della sopravvivenza, a causa dell’emergenza pandemica da COVID, nonché il decreto attuativo del comma 18-ter dell’articolo 27 del cosiddetto decreto Rilancio, nella considerazione che detta disposizione costituisce la base normativa di riferimento per l’evoluzione del Patrimonio destinato in un vero e proprio Patrimonio rilancio, attraverso lo strumento del Fondo sovrano italiano pubblico-privato, o Fondo dei fondi, finalizzato a favorire la patrimonializzazione delle imprese in cui possano confluire anche parte delle risorse del PNRR, oltre al risparmio privato incentivato”. cdn/AGIMEG